Va da sé che Anne Fine sia un’autrice geniale quando si tratta di rappresentare le dinamiche di famiglie disfunzionali. Lo aveva già dimostrato con Lo diciamo a Liddy (ne ho parlato qui), lo conferma con Villa Ventosa, l’altro suo romanzo portato in Italia da Adelphi edizioni nella traduzione di Olivia Crosio lo conferma sebbene con una sottile venatura di maggiore cinismo, se possibile.
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David Golder di Iréne Némirovskij
C’è un curioso aneddoto dietro la pubblicazione, nel 1929, di David Golder da parte di Iréne Nèmirovskij. Pare che l’editore Bernard Grasset dopo aver letto il manoscritto in una notte si mise alla furiosa ricerca dell’autore, stupendosi poi di trovarsi di fronte la giovane Iréne. Troppo maturo e allo stesso tempo audace e brillante era il breve romanzo per credersi che fosse frutto della penna di una donna. Tanto che in un giornale francese dell’epoca si scrisse: «David Golder porta la firma di una donna, si deve quindi riconoscere che è scritto da una donna». Ma chi è David Golder?
Keyla la Rossa di I.B. Singer
Scandaloso, perturbante, tormentato: Keyla la rossa del Premio Nobel I.B. Singer è un romanzo potente sull’impossibilità dell’uomo di trovare un senso alla vita. Pubblicato a puntate tra il dicembre del 1976 e l’ottobre del 1977 su Forverts, il quotidiano Yiddish di New York non è mai stato pubblicato in volume. Nel 2017 Adelphi editore ha dato a tutti la possibilità di leggere questo testo la cui traduzione in italiano è figlia della trascrizione dattiloscritta in inglese eseguita probabilmente dal nipote dell’autore, Joseph, e conservato nell’archivio Singer.
Al centro della storia c’è lei, Keyla, «prostituta dai capelli rossi, gli occhi verdi e la pelle candida [che] facevano pensare ad un dipinto», Keyla che cerca l’amore degli uomini e di Dio, perché crede nell’amore vero, quello carnale e quello spirituale, crede ancora che l’amore possa salvare il corpo e l’anima.
Siamo a Varsavia nel 1911. Via Krochmalna pullula di rabbini, studiosi chassidici, sarti, e con loro un folto sottobosco di piccoli criminali, truffatori, papponi e puttane. Un mondo a sé, nelle cui taverne giungono smorzati gli echi di una situazione politica che sta per deflagrare nella Prima Guerra Mondiale, delle rivolte socialiste in Russia, dei pogrom e dell’America, la nuova Terra Promessa. È qui che vive Keyla la rossa che sogna di potersi rialzare dal fango in cui è caduta sin da ragazzina. Un primo passo crede di averlo compiuto sposando Yarme, un furfante profittatore incapace di lavorare onestamente. Guarda con invidia le altre donne, quelle “pure” a cui è permesso entrare nella sinagoga, mentre lei è costretta ad ascoltare dal margine le cerimonie cui è rimasta legata nonostante i tre bordelli in cui ha lavorato; non dimentica di santificare le feste e si rivolge a quel Dio a cui pochi intorno a lei ancora credono, perché troppo distante o assente, incurante delle preghiere del suo popolo.
Il ritorno a Varsavia di Max, storpio, promiscuo, stupratore, truffatore, delinquente della peggior specie, è il colpo di grazia alle speranza di Keyla. Con un potere di persuasione subdolo e irresistibile, convince Yarme a reclutare ragazze per aprire un bordello in America Latina e di cui Keyla dovrebbe essere la madama. Ma per poter realizzare il suo progetto c’è bisogno di soldi che non hanno e che faranno di tutto per procurarsi fino a spingere Keyla nel fango più profondo, la melma, la Geenna. Anche questa volta Keyla proverà a rialzarsi, e sembra quasi riuscirci dopo l’incontro con Bunem, figlio di un rabbino, giovane colto, pittore e filosofo, di cui si innamora perdutamente e dal quale forse – ma solo forse – è riamata solo un po’.
Con lui fugge in America, ma Keyla è l’immagine speculare del popolo ebraico condannato a peregrinare senza mai trovare il luogo della salvezza. Nemmeno l’America si rivelerà la terra della redenzione, ma potrebbe essere quello della speranza.
Senza moralismi e, soprattutto, senza facili indulgere a facili spiegazioni, Singer fa di Keyla la metafora della fede, quella umanissima di chi pecca ma vorrebbe redimersi, quella straziante della miseria che vorrebbe riscattarsi. Keyla è un personaggio epico, travolgente e fragile insieme, donna in balia di forze più grandi di lei ma sempre sull’orlo della disperazione. Bunem è il controcanto ateo, cerebrale («hanno inventato un apparecchio che vola sopra le nuvole e sopra le nuvole non hanno trovato alcun Dio»), è la ragione che non può tollerare la misericordia di un Dio lontano e imperturbabile davanti ai tormenti degli uomini.
«Per come la vedeva Bunem, questo Dio era una specie di scienziato universale, un tecnocrate, ma del tutto amorale. Non lo turbavano né i tormenti o le ingiustizie patiti dagli uomini, né le sofferenze degli animali. E l’uomo era stato davvero creato a immagine di Dio: non si interessava affatto ai problemi e alle sofferenze dei propri simili»
La trama contiene qualche acrobazia di troppo, e spesso è ripetitiva, rivelando la sua originaria natura frammentata, ciò che, almeno per quanto mi riguarda, ha reso la lettura a tratti farraginosa e lenta, ma non c’è dubbio che il respiro narrativo di Singer sia sempre arioso, le tinte fosche non riescono a saturare del tutto i colori e la vivacità brulicante di vita di via Krochmalna.
Keyla la rossa di I. B. Singer è un romanzo sulla fede e la sua perdita, sulla vita e sul destino. Il destino dell’umanità intera.
Il grande sonno di Raymond Chandler
Il grande sonno è il primo romanzo di Raymond Chandler in cui appare la figura del detective privato Philip Marlowe. Pubblicato per la prima volta nel 1939, è stato recentemente riproposto in Italia da Adelphi con la nuova traduzione di Gianni Pannofino.
Due di Irene Némirovsky
Due di Irene Némirovsky era uno di quei libri che mi aspettavano sul ripiano della libreria ormai da mesi e mesi (come tanti altri in effetti) e l’occasione per leggerlo è stata il mese scorso, dal momento che era una delle letture di uno dei gruppi di lettura che seguo. Questo romanzo è andato ad aggiungersi agliContinua a leggere “Due di Irene Némirovsky”
Vita breve di Katherine Mansfield – Pietro Citati
Ultimamente sono entrata nel loop delle biografie. Al di là di averne comprate più di quante effettivamente possa riuscire a leggerne nel breve termine, ho accumulato nel corso degli anni diverse opere che sono andate ad aumentare le pile e pile di libri da leggere in libreria. Questa Vita breve di Katherine Mansfield di Pietro Citati faContinua a leggere “Vita breve di Katherine Mansfield – Pietro Citati”
Lo diciamo a Liddy? di Anne Fine
Ho inserito questo Lo diciamo a Liddy di Anne Fine (Adelphi Editore) come lettura estemporanea durante le vacanze. Quello che non sapevo è che sarei andata incontro a una storia che usa la leggerezza e l’ironia come armi per colpire il lettore con un messaggio fondamentale, anzi due: la verità è sempre necessaria? Come siContinua a leggere “Lo diciamo a Liddy? di Anne Fine”
Bungiorno, Mezzanotte di Jean Rhys
Se togliamo a Buongiorno, mezzanotte di Jean Rhys (Adelphi Editore) la forte immedesimazione del lettore con le sensazioni descritte, il vissuto e i ricordi che evoca, quello che resta è una storia bella, sì, intensa e toccante ma con una trama sottile, lieve come un fiocco di neve che si scioglie al solo contatto conContinua a leggere “Bungiorno, Mezzanotte di Jean Rhys”
Le ceneri di Angela di Frank McCourt
Le ceneri di Angela (Adelphi Editore) è sicuramente il libro più conosciuto di Frank McCourt, scrittore nato negli Stati Uniti d’America ma tornato precocemente in Irlanda, paese d’origine dei suoi genitori. Autobiografia, autonarrazione o autofiction, come va di moda chiamarla oggi. Sta di fatto che la storia del piccolo Frankie e della sua famiglia inanellaContinua a leggere “Le ceneri di Angela di Frank McCourt”
La donna di Gilles di Madeleine Bourdouxhe
La donna di Gilles di Madeleine Bourdouxhe (Adelphi Editore) è un libro che si legge in un paio d’ore ma che ti resta addosso per sempre. Romanzo d’esordio della scrittrice di origine belga, è considerato anche il suo testo più famoso, elogiato – fin dal momento della sua prima pubblicazione nel 1937 ‒ dalla critica,Continua a leggere “La donna di Gilles di Madeleine Bourdouxhe”