Uscirà prevedibilmente in primavera il sesto capitolo della saga di Biagio dell’Orso alla corte dei Gonzaga, l’avvincente serie di Tiziana Silvestrin pubblicata per Scrittura&Scritture. Ripercorriamo intanto le vicende dell’ultimo volume edito, La profezia dei Gonzaga, uscito nel 2018.
Settembre 1596: un’arcaica profezia sembra avverarsi, e un’oscura minaccia incombe sul ducato di Mantova. La dinastia dei Gonzaga è in pericolo. Durante i lavori di rifacimento del palazzo ducale la mummia del Passerino è scomparsa. Secondo il pronostico di un astrologo, la famiglia Gonzaga avrebbe continuato a dominare, e la sua stella a brillare, solo finché il corpo mummificato del Passerino fosse rimasto al sicuro all’interno del palazzo.
Per la cronaca, quello del Passerino è il cadavere dell’ex signore di Mantova, Rainaldo Bonacolsi, ucciso nel 1328 nella rivolta guidata dall’antico alleato Luigi Gonzaga. Si comprende perciò quanto seriamente sia presa la profezia all’interno della famiglia e quanto determinante sia il ritrovamento del Passerino. E l’unico che può riuscirci è il capitano di Giustizia, Biagio dell’Orso, un uomo d’azione, ma anche riflessivo, introverso, qualità che lo supportano nel cogliere tutte le sfumature delle situazioni in cui si trova coinvolto per arrivare alla soluzione del caso. Dopo aver risolto l’omicidio dell’architetto Vannocci, quello del consigliere inglese James Chricton, i ripetuti attentati al Duca Vincenzo e, per ultimo, l’ombra di una maledizione demoniaca che ha gravato sulla città durante la celebrazione dei riti pasquali appena pochi mesi prima e che l’ha portato in Francia dove ha incontrato la bella Agnese mettendo a rischio la storica relazione con la fidanzata Rosa, questa volta il capitano di Giustizia è alle prese con qualcosa che potrebbe distruggere i Gonzaga per sempre.
Molti sono i nemici del Duca e quindi molti i possibili autori di un gesto più che metaforico visto che subito si susseguono attentati, agguati a cui la famiglia mantovana scampa per un pelo. Lo stesso Biagio è rinchiuso nelle segrete di San Giorgio, mentre l’ombra di Agnese si allunga fino a minacciare Rosa e il suo rapporto con Biagio.

La penna di Tiziana Silvestrin si conferma felice e feconda: felice nella capacità di intrecciare una trama avvincente, in grado di declinare un fatto storico realmente avvenuto secondo le perfette dinamiche narrative del genere giallo. Proficua perché al quinto episodio della serie continua ad affascinare il lettore grazie a un protagonista talmente agli antipodi con le solite figure di investigatori superuomini o supereroi, quasi un burocrate nel suo lavoro eppure pieno di passione per la vita, la normalità, le donne che conquista fin dalle prime pagine.
Né va sottovalutata la restituzione dell’ambiente, sia storico che diegetico, che non è mai solo spazio o contesto ma elemento dinamico del racconto che riflette su un’epoca, evoca emozioni, suggerisce, prepara il campo per lo svolgimento degli eventi, donando, infine, profondità alla storia quasi quanto l’elemento psicologico che caratterizza i personaggi. Personaggio a sua volta, si potrebbe dire, la cui evoluzione attira il lettore a seguire la saga per conoscerne l’evoluzione tanto quanto si desidera accompagnare Biagio dell’Orso nella sua prossima avventura.
Avventura che, già sappiamo, non tarderà ad arrivare. L’aspettiamo in libreria in primavera insieme all’autrice Tiziana Silvestrin e al sesto capitolo della saga dei Gozaga.