L’assassinio di Lady Gregor di Anthony Wynne

L’assassinio di Lady Gregor (un mistero scozzese) di Anthony Wynne (pseudonimo di Robert McNair Wilson) è, insieme a Un delitto in Cornovaglia di John Bude (di cui vi ho già parlato qui), tra i classici del giallo della British Library che la Vallardi Editore ha riproposto di recente al pubblico italiano.

L’atmosfera delle Highlands avvolge non solo la narrazione ma penetra nel più profondo tessuto della trama diventando inscindibile dalla coerenza della trama. Quello di Duchlan è, infatti, il classico castello tetro e minaccioso delle Highlands scozzesi. Una notte viene ritrovata uccisa Mary Gregor, sorella del Laird di Duchlan, Hamish, un membro della piccola nobiltà locale. La donna è stata pugnalata a morte nella sua camera ed è trovata inginocchiata accanto al suo letto con uno squarcio sopra la spalla sinistra. Il colpo è stato inferto con una violenza inaudita, ma la stanza è chiusa dall’interno e le finestre sono sbarrate. L’unico indizio è la lisca di un’aringa rinvenuta sul cadavere, oltre a una vecchia cicatrice di cui nessuno sembra sapere nulla. L’ispettore Dundas viene inviato a Duchlan per indagare sul caso. La famiglia Gregor e la servitù sono fin troppo premurosi nel fornire di Lady Mary il ritratto di una donna gentile e caritatevole. Ma la verità è più complessa, affonda radici in un passato che minaccia di ripetersi e la figura di Lady Gregor perde sempre più la sua aurea di donna pia e misericordiosa finendo per incarnare la forma spietata di un angelo vendicatore.

Il suo, inoltre, non sarà l’unico delitto commesso a Duchlan; presto ne seguiranno altri, tutti impossibili da decifrare quanto il primo, tutti con un unico comune denominatore: la lisca di un’aringa. In un’atmosfera sempre più claustrofobica, le superstizioni locali, strane creature marine e misteri di un antico passato sembrano avere la meglio sulla logica ferrea del geniale medico psichiatra Eustace Hailey, detective dilettante, che riuscirà, tuttavia, a trovare una soluzione più sensata alla delittuosa catena.

L’assassinio di Lady Gregor è il classico delitto della camera chiusa, quello in cui sembra impossibile individuare il colpevole perché fattivamente nessuno, almeno in apparenza, sarebbe potuto entrare o uscire dai luoghi del misfatto. Questo tipo di crime novel spinge sia il lettore che il protagonista/detective a spostare lo sguardo oltre le apparenze perché l’epilogo, con la soluzione del caso, si rivelerà in maniera ovviamente plateale non prima, però, di aver confuso le idee quanto più è possibile.

Nell’opera di Wynne la confusione è quanto mai sovrana, figlia anche di uno stile logorroico in cui i dialoghi invece che aggiungere brio alla storia, lo sottraggono, disperdendo le energie in decine di rivoli secondari che si fa un po’ di fatica a seguire. Ancora di più se quello che dovrebbe essere il personaggio chiave, ovvero il dottor Hailey è qui alla sua dodicesima apparizione, nel senso che L’assassinio di Lady Gregor è il dodicesimo romanzo dell’autore con il dottore/detective protagonista. Questo fa sì che, mentre gli altri personaggi del romanzo siano ben caratterizzati sotto il profilo psicologico, il detective che ha in mano la chiave per risolvere il mistero risulta la figura più sbiadita di tutte mancando di quei dettagli che avrebbero consentito di meglio ritrarne il carattere e le potenzialità logico-risolutive.

Ci troviamo così di fronte a un libro solo velatamente avvincente, laddove proprio l’elemento di suspense dovrebbe rappresentare, invece, il punto forte. Più suggestivo l’alone folcloristico che, come già detto, lo circonda. La Scozia, le Highlands, il paesaggio, i miti e le leggende, la cultura tipica locale diventano altrettanti personaggi con un impatto decisamente carismatico e un fascino che non è possibile negare.

L’assassinio di Lady Gregor di Anthony Wynne è un romanzo che è certamente un bene poter recuperare, ma ancora non capisco perché non iniziare dal primo volume della serie, con l’introduzione di Eustace Hailey come novello Watson con in più le qualità deduttive di un Sherlock Holmes.    

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