Con Il coraggio della felicità (il mio giro del mondo in solitaria sulle orma di Ida Pfeiffer, Ultra editore) Loredana Scaiano ci regala molto più di un diario di bordo, un resoconto sui suoi oltre quattrocento giorni in viaggio per il mondo, in solitaria; ci regala un inno alla vita, al coraggio, ma, soprattutto la celebrazione della donna e delle sue infinite possibilità.
«Dicono che chi fa un viaggio parta tre volte: la prima quando lo pianifica, la seconda quando lo fa, la terza quando, al ritorno, lo ripensa. Credo che sia vero.»
Proprio come Ida Pfeiffer che il primo maggio 1846, a quarantanove anni, partiva da Vienna per un’impresa straordinaria: il giro del mondo in solitaria. L’incontro, casuale, con questa donna singolare che nel XIX secolo si era accinta a un’impresa a dir poco incredibile diventa per Loredana un punto di svolta e di non ritorno. Diventa l’inizio di un viaggio fisico e metaforico, nuovo e antico che il 28 febbraio 2017 la porta a lasciare Tricarico, il suo piccolo paese nella dimenticata (per taluni addirittura sconosciuta) Lucania, per ripercorrere l’itinerario di Ida. Loredana si è appena separata, la sua vita è a un bivio, i figli, ormai adulti, sono entrambi lontani (Carlotta è a Bologna per laurearsi in ingegneria; Antonio è a Londra per frequentare un Master all’UCL). Come Ida, anche Loredana compirà cinquant’anni in viaggio. Come Ida, che scriveva una pagina di diario ogni sera, Loredana ogni sera pubblica una pagina del blog che ha dedicato alla sua eroina, #idaviaggiadasola. Le loro due storie, vere, viaggeranno in parallelo tracciando però un legame inestricabile tra due donne forti a due secoli di distanza.
L’itinerario è quasi identico e l’autrice ce lo presenta come se uno fosse il testo a fronte dell’altro. Il tempo trascorso traduce il progresso ma anche i cambiamenti storici, sociali, antropologici, tecnologici lasciando tuttavia intatto il senso di libertà, consapevolezza, imprevedibilità e gioia che le imprese di queste due donne trasmette.
Durante il viaggio, Loredana conosce storie, persone, persino il dolore e la paura della malattia, sperimenta la paura e la solidarietà, esplora le infinite risorse che non sapeva di avere, la forza interiore che le permette di affrontare ogni imprevisto con piglio fatalista ma anche audace, risoluto, spavaldo, ricomponendo, tappa dopo tappa, il puzzle di un’identità che era forse sempre stata dentro di lei ma sommersa, quasi soffocata dagli obblighi e dagli oneri che ancora comporta l’essere donna nel XXI secolo.
Dal Brasile all’Argentina, dal Cile all’isola di Pasqua, e ancora: Hong Kong, Polinesia Francese, Auckland, Giappone, Ceylon, Sri Lanka, India («ti spacca il cuore, impossibile da raccontare»), Golfo Persico, Iran, Armenia e Georgia, Costantinopoli e infine Atene.

«Quanto costa la felicità? Quanto coraggio ci vuole per realizzare i propri sogni? Quanto pesa la libertà?»
Ecco, la felicità costa coraggio. Perché sarebbe un imperdonabile equivoco leggere questo libro come se fosse l’ostenta cronaca di quel wanderlust tanto di moda oggi. Più che wanderlust si tratta di bildungsroman, anche se Il coraggio della felicità di Loredana Scaiano non è propriamente un romanzo. Eppure, l’evoluzione della protagonista, la sua maturazione, le prove che affronta, gli errori che compie, le esperienze, il racconto delle sue emozioni, di sentimenti, progetti, azioni esaminate nel loro nascere dall’interno conducono il lettore verso una storia che va al di là degli argini stretti di un genere (quello del romanzo di viaggio) per tracimare in una narrazione ariosa, potente, viscerale che nello specchio del diario di Ida trova il riflesso di una forza, di un legame ombelicale tra donne, che qui sono due ma che nella realtà possono essere tante.