Bellissima

In occasione della giornata nazionale contro disurbi dell’alimentazione vi regalo un racconto scritto esattamente vent’anni fa…

Tra poco lei arriverà. Uscirà da una macchina col suo corpo perfetto, i suoi vestiti perfetti.

Io sono qui e l’aspetto, nel mio nascondiglio dietro ai vetri di questa finestra e intanto perdo tempo a osservare questa notte scura e densa appesa a questo cielo stanco e mezzo addormentato; sono qui mentre i miei pensieri galleggiano alla deriva negli spazi aperti della mia testa.

Vorrei sentirmi al sicuro nella mia pelle, come lei lo è nella sua e invece mi ci sento larga come se fosse un vestito di tre taglie più grandi: troppo per me che vorrei tornare ad avere la mia età, ma la mia età l’ho persa sulla strada dei miei giochi infantili quando facevo finta di essere adulta… quando a essere bellissima non ci pensavo o pensavo di esserlo e non mi accorgevo di quello che stavo diventando.

Questo non è il mio corpo, ma me lo ritrovo, chissà come, appiccicato addosso. E adesso ho deciso: non lo voglio più così, non mi piace più così…

Ecco, è arrivata finalmente, bella ed elegante come al solito e molto alta, più di ogni altra cosa alta, di quell’altezza che avvicina al cielo e avvicina a Dio e che io, con tutti i miei sforzi, non riuscirò mai a raggiungere.

Si muove con naturalezza e disinvoltura lei, si libra lieve e leggera come una farfalla innamorata in questa tiepida aria primaverile, sotto questa luce di luna e di stelle che brillano più intense quando c’è lei. Ed io cerco di stamparmi nella mente quei movimenti per rubarglieli un giorno, quando anch’io avrò un corpo perfetto e dei vestiti perfetti… Fino ad allora continuerò a guardarla per imparare ad essere bellissima, come vorrei essere, come oggi non sono, come forse un giorno sarò.

Lo sarò, farò qualunque cosa per esserlo: ho già fatto qualunque cosa e adesso… anche se adesso la fame lotta con tutte le forze che ha per riuscire a liberarsi nel mio stomaco, io devo resistere, aumentare le mie difese e farle più cattive. Non devo cedere…

Ora lei saluta e scompare dietro ai vetri pesanti del portone della sua casa, ed io posso tornare indietro alla mia vita, fare ciò che devo e il mio primo pensiero è per la cena che mia madre mi ha lasciato in frigo prima di uscire…

Non devo fargliela ritrovare, se lo facessi capirebbe che sono giorni che non mangio più… Ma a lei questo non posso dirlo… non posso dire che non lo riesco più ad amare questo corpo deformato sotto il peso del mio grasso, flaccido e sciatto, non posso dirlo proprio a lei che questo corpo lo ha plasmato e nutrito nel suo ventre… non lo capirebbe che vorrei essere come colei che mi vive di fronte con la sua perfezione… Mamma non c’è posto per i grassi in questo nostro strano mondo: lo dicono i telegiornali, lo continua a ripetere la pubblicità… Mamma, io voglio essere magra e bella, come le ragazze della televisione, come la ragazza che abita dirimpetto… perché non riesci a capirlo? Perché mi costringi a mentirti in questo modo? Io non voglio…

Tiro fuori la cena dal frigo e la metto in forno a riscaldare, così quando i miei saranno di ritorno sentiranno l’odore – questo odore – che adesso mi attraversa la pelle e mi abbraccia, mi accarezza e mi bacia ed io lo lascio fare perché è l’unica cosa che posso assaggiare.

Ora è pronto, lo metto su un piatto, lo taglio accuratamente e me lo porto di là in bagno; lo do in pasto al gabinetto, poi tiro lo sciacquone e lo sento digerire la mia cena anche stasera.

È di nuovo tutto tranquillo. Do un’occhiata in giro: la bilancia lì nell’angolo mi sorride; ci scambiamo uno sguardo d’intesa, domani sposterà la lancetta un po’ più indietro…

Mi sento felice, finalmente, di una felicità che non avevo mai incontrato prima: eccomi qui con il mio piatto vuoto in mano, ho vinto un’altra battaglia contro la mia fame; sto diventando forte, lentamente, più forte della mia voglia di mangiare; sono padrona, non più schiava, di questo corpo che sento ormai straniero.

Ma non sono ancora al sicuro, questo lo so già. Tra poco avrò di nuovo fame, ma non voglio pensarci adesso… Adesso penso solo a come sarà quando sarò bellissima…

(Questo racconto ha vinto il 1°Premio sez. Giovani al I°Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “Le Spighe”, Bari, 18-05-2001)

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