Amato, odiato, incompreso, tollerato, Persone Normali di Sally Rooney (Einaudi Editore) è stato, senza ombra di dubbio, uno dei libri più chiacchierati degli ultimi mesi. Merito anche dell’effetto traino suscitato dall’omonima serie tv prodotta dalla BBC. Ma se la trasposizione audiovisiva ha messo (più o meno) tutti d’accordo – soprattutto su Paul Mescal nei panni di Connell Waldron… -, il romanzo della giovanissima scrittrice irlandese, finalista al Man Booker Prize nel 2018, ha invece scatenato sensazioni e reazioni diverse, al limite del diametralmente opposte, nei lettori. Stile, sviluppo della trama, caratterizzazione dei personaggi, temi trattati sono stati al centro di dibattiti infuocati quasi quanto l’estate appena trascorsa, come personalmente posso testimoniare dopo la lettura di gruppo fatta grazie al gdl #agostoconsally organizzato da IBookanieri.
Connell e Marianne sono due diplomandi a Carricklea, un piccolo centro rurale fuori Sligo, in Irlanda. Lei è ricca e strana, una paria all’interno del complesso sistema sociale scolastico; lui è il figlio di una madre single che per guadagnarsi da vivere fa le pulizie (anche in casa di Marianne), è centravanti nella squadra di calcio della scuola e molto popolare. Il loro legame nasce in sordina, apparentemente lontano dagli sguardi dei loro compagni, cresce piano ma impetuoso come la reciproca attrazione fisica, si frattura e si rinsalda come pezzi di uno stesso arto che solo la totale amputazione può separare. Ma al posto di una rescissione, Connell e Marianne continuano a prendersi e a lasciarsi, letteralmente «pattinatori di figura» che seguitano a girarsi intorno, a piroettare l’uno nella vita dell’altra anche quando lasciano la scuola e si iscrivono – entrambi – al prestigioso Trinity College, dove almeno i loro ruoli sociali si ribaltano in un doppio salto carpiato: a Dublino è Marianne quella a suo agio e popolare e Connell l’emarginato. Le fratture, tuttavia, per quanto tempo si possa passare ingessati in attesa di guarire, lasciano inevitabilmente cicatrici. E Connell e Marianne sono pieni di cicatrici: inflitte dalla vita, dalla famiglia, l’uno all’altra, persino autoinflitte. La continua ricerca di una qualche forma di guarigione, di normalità, deve per forza fare i conti con il dolore residuo.

Persone normali è di fatto una storia di formazione e d’amore, perché la formazione di due giovani esseri umani non può prescindere dall’amore (qualunque forma possa assumere questo sentimento). La famiglia, la scuola, gli amici, il sesso sono tutti tasselli di un puzzle che, sembra volerci dire l’autrice, non vanno mai veramente a posto. A volte si incastrano, a volte si perdono, a volte non combaciano. Ma essere persone normali significa accettare anche i pezzi mancanti, quelli senza possibilità di essere riempiti e stare bene lo stesso.
Certo, il messaggio non passa in maniera così perspicua al lettore. Lo stile della Rooney (che io personalmente ho apprezzato), è fatto di continui salti temporali, continui salti di focalizzazione diegetica, e quasi interamente volto al discorso indiretto libero; non è, insomma, proprio intellegibile al primo colpo, e spesso bisogna passare e ripassare un determinato paragrafo per comprenderlo appieno. La costruzione della trama non è lineare, ci sono momenti che sembrano assoli dissonanti, alcuni temi sono affrontati con superficialità, quasi con la fretta di trovare una soluzione, il finale è debole, un non-finale che probabilmente non accontenta nessuno. Connell e Marianne, tanto come coppia quanto come individui, hanno uno sviluppo rapsodico, sembrano essere su un’altalena continua, le loro azioni non sempre trovano corrispondenza nelle emozioni da cui sono state partorite. E i personaggi di contorno passano dall’assoluta stereotipia all’assoluta incomprensibilità.
Ma di fatto, a lettura conclusa, quello che emerge è che se si vuole raccontare la vita interiore di un uomo e una donna che sono ancora dei work in progress, è necessario sacrificare qualcosa. La vera essenza delle persone normali sta più in ciò di cui difettano che in ciò di cui abbondano. Le persone normali sono quelle che devono ancora costruire il proprio cammino e spesso sbagliano strada.

La strada intrapresa da Sally Rooney è piuttosto un percorso a ostacoli, ma non è un vicolo cieco e, tutto sommato, vale la pena compierlo (magari in compagnia, Persone normali è un romanzo perfetto per essere discusso all’interno di un gruppo di lettura). La serie tv è sicuramente da recuperare, e forse questo è uno dei rari casi in cui mi sentirei di consigliare di guardarla prima del libro. Un altro consiglio è: non createvi aspettative, in un caso o nell’altro. Le persone normali sono inevitabilmente destinate a veder fallire qualsiasi aspettativa.
«Quante cose passano segretamente ta le persone, comunque. Che tipo di persona sarebbe se accadesse adesso? Qualcuno di molto diverso? O esattamente la stessa persona, proprio lui, senza nessuna differenza.