Prima regola: non innamorarsi di Felicia Kingsley

Se i romanzi di Felicia Kingsley fossero delle pièce teatrali, alla fine il pubblico starebbe tutto in piedi per una lunghissima standing ovation. E per questo suo ultimo lavoro, Prima regola: non innamorarsi (Newton Compton Editori), ci sarebbe da scorticarsi i palmi delle mani. Già regina del romance italiano, la scrittrice modenese può fregiarsi adesso anche del titolo di duchessa del mistery, riuscendo in un’impresa ad alto rischio ma anche ad alto tasso di delizia se portata a termine nel modo giusto: miscelare il giallo e il rosa tirandone fuori un vivace color tiffany invece di una macchia pallida e scialba. Quello che voglio dire è che in Prima regola: non innamorarsi la Kingsley architetta con perfetta armonia ed equilibrio tanto la trama mistery che quella romance, costruendo un edificio narrativamente solido, esteticamente affascinante, stilisticamente brillante.

Silvye ha ventisette anni, una madre non solo opprimente ma anche perennemente nei guai, nei quali non risparmia di infilarci anche la figlia. Il suo sogno, neanche troppo segreto, è quello di mangiare carboidrati senza sentirsi in colpa e magari insegnare. Ma la sua vita è tutto fuorché normale: è stata addestrata dalla madre a fare la truffatrice per professione, a ingannare, mentire, fuggire. Più o meno in quest’ordine. Soprannominata la gazza ladra, è senza dubbio brava nel suo…ehm, lavoro, ma è anche una pasticciona di prim’ordine, una combina guai, una che non si accorge nemmeno di avere dello zucchero sulla bocca, tradendo così il fatto di avere appena finito di ingozzarsi di ciambelle.

Nick Montecristo, invece, è ossessionato dalle regole: doccia ghiacciata, alimentazione sana e misurata, attenzione ai dettagli. Del resto, il suo soprannome è il chirurgo, ovvero un affascinante ladro-gentiluomo e genio sottile, fine conoscitore dell’Arte (e non solo quella, non c’è argomento che non padroneggi mirabilmente) che non ha mai fallito un solo incarico. Il suo passato è oscuro, i sentimenti sembrano non avere né peso né posto nella sua vita misteriosa, il lavoro è un’arte fredda e distaccata che esercita con determinazione e senza passione.  

Nick e Silvye sono prescelti da un ricco ed eccentrico collezionista per mettere a segno un colpo clamoroso: rubare nientemeno che il diario segreto di Casanova. «Peccato che i due si detestino e abbiano qualche conto in sospeso da regolare. Lei è fuoco, lui è ghiaccio. Impensabile lavorare insieme, impossibile dire di no al colpo». Da Parigi a Venezia, nel corso di un viaggio sul mitico Orient Express, Nick e Sylvie si imbatteranno in personaggi misteriosi ma assolutamente decisi a intralciare la loro strada, un assassinio imprevisto, una mirabolante ricerca all’indizio tra le calle di una delle città più romantiche al mondo e, forse, in qualcosa che nessuno dei due cercava…

Prima Regola: non innamorarsi è un romanzo vivace, contemporaneamente articolato ed essenziale, ricco di dettagli che mai – e ribadisco mai – sono espressione di uno sfoggio di cultura non richiesta, nozionismi e didascalismi pleonastici e noiosi. Ci sono una quantità di citazioni, scoperte o taciute, estremamente godibili e soprattutto deliziose da intercettare e, magari, approfondire. La singolare qualità narrativa di Felicia Kingsley risiede nella capacità di esaltare i particolari con naturalezza, senza mai cadere nel cliché. E questo assunto è valido sia per la parte mystery che per quella del romance: anche in questo caso nulla è dato per scontato, nulla appare al lettore come trito e banale. Il ritmo dettato dal continuo palleggio tra i punti di vista dei due narratori (Nick e Silvye) accresce la suspense e l’empatia di chi legge; le atmosfere sofisticate non sono mai né calligrafiche né inutilmente fini a se stesse.  

Se c’è una cosa che accomuna i romanzi di Felicia Kingsley è lo studio approfondito dei caratteri, degli intrecci che si dipanano intorno alla trama, del registro lessicale. C’è, in altre parole, un profondo rispetto del lettore ma soprattutto della scrittura come forma di espressione artistica. E personalmente credo che sia proprio questa la sua marcia in più, una sensibilità che emerge dalle sue storie creando una forte connessione tra autore e lettore, una forma di attrazione irresistibile quasi quanto quella che si scatena tra i suoi protagonisti.

Non per altro, i suoi romanzi sono un appuntamento fisso di questo blog ( li trovate qui, qui, qui, qui e… qui)  

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