#IoLeggoGiappo: La scuola della carne di Yukio Mishima

Buongiorno, eccoci a questo nuovo appuntamento per #IoLeggoGiappo, la mia rubrica dedicata alla letteratura giapponese. Oggi vi parlo de La scuola della carne di Yukio Mishima pubblicato nel 1963.

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Il romanzo risente del clima degli anni Sessanta, infatti la protagonista, Taeko, è una donna molto diversa dal canone maschilista giapponese e risulta essere una figura femminile libera dagli schemi e indipendente. Taeko ha trentanove anni, una carriera di successo in un atelier di moda, un matrimonio alle spalle, una vita dedita alle avventure, un circolo di amiche con cui confrontarsi.

Taeko e le sue amiche si incontrano una volta al mese per raccontare le loro ultime storie e gli aggiornamenti lavorativi, lo fanno spesso in qualche locale in giro per la città, tra cui il particolarissimo Hyacynte, un locale gay dove lavora un loro amico e dove la nostra protagonista incontra Senkichi. Sen-chan, come verrà poi soprannominato, ha vent’anni, è iscritto all’università a tempo perso, lavora al bar sia dietro al bancone che come accompagnatore e gigolò.

Taeko rimane colpita dal ragazzo e decide di frequentarlo: lei così elegante, piena di begli abiti all’ultima moda, bellissima e matura, è molto diversa da Senkichi, che trascorre il suo tempo vestito spesso da straccione e spendendo i guadagni nelle sale giochi. Eppure l’attrazione tra i due è forte e, durante una cena, si scambiano un bacio.

Appuntamento dopo appuntamento Taeko si innamora del giovane e comincia con lui la cosiddetta Scuola della carne, in cui attraverso il contatto sessuale dei corpi riesce a scoprire di più se stessa e a capire cosa vuole davvero. Così comprende che quello che vuole è liberare Senkichi dai debiti e da quel lavoro volgare, capisce che è il caso che venga ad abitare con lei e che magari cominci pure a rifrequentare l’università.

Quello che si instaura è un rapporto che diventa sempre più egoistico, asfissiante. Taeko vorrebbe che la loro fosse una relazione libera da costrizioni, ma allo stesso tempo è spinta dalla gelosia e dalla disperazione se non lo vede rientrare a casa la sera e se non sa con chi è. Inizia a pensare anche ad un doppio suicidio d’amore, durante il loro primo weekend in campagna in un hotel.

Quello che ci troviamo davanti è un romanzo molto moderno; da un punto di vista di contenuti, Taeko è libera, è una donna che può usufruire del suo denaro come meglio crede, anche sperperandolo, può avere molteplici rapporti sessuali, senza piegarsi ad una società, come quella giapponese, molto maschilista. Inoltre viene affrontata la tematica omosessuale, anche se vista sempre come qualcosa di diverso, che va al di là della normalità e che risiede in una nicchia sociale rispetto al resto del mondo. Frequentare locali gay, avere rapporti omosessuali viene visto con vergogna dalle persone “normali”, ma comunque se ne parla, probabilmente nel 1963 era già qualcosa. Inoltre Taeko riesce a maturare nel corso della narrazione e della relazione, ha modo di scoprire molto di se, in un rapporto nato naturalmente, senza le convenzioni matrimoniali e sociali normalmente imposte.

Riesce ad andare oltre certi preconcetti, riflettendo e prendendo coscienza della realtà che la circonda, portando a compimento gli insegnamenti della scuola della carne

Taeko per la prima volta capì di voler piangere. E capì anche perchè, in tutta Tokyo, l’unica persona che aveva voluto vedere fosse proprio il suo amico gay. Solo davanti a lui poteva scordarsi del decoro sociale e dell’amore proprio nei confronti degli uomini; era un interlocutore pari a una donna, ma con lui non era richiesta la vanità femminile che regola i rapporti tra donne.

Yukio Mishima ha costruito un bel romanzo: La scuola della carne contiene tante tematiche, mescola modernità e costumi e idee della cultura giapponese, cercando di superarla e in qualche modo sferrarle un attacco con comportamenti considerati per lo più sconvenienti. Ne risalta fuori il ritratto di una donna bella che pur avendo tutto esteriormente riesce a risalire dai meandri della sua esistenza e finalmente a vedere il mondo con il sorriso.

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