Bellezza e tristezza di Kawabata Yasunari è un romanzo pubblicato in Giappone nel 1965 e in Italia per la prima volta vent’anni dopo. Quello che ci troviamo a leggere è un romanzo che in 200 pagine trascina per la sua “bellezza e tristezza”, come suggerisce il titolo.
Protagonisti della vicenda sono cinque personaggi. Parte tutto dal signor Oki, famoso scrittore, che la sera prima di Capodanno sta viaggiando da Tokyo a Kyoto per sentire suonare le campane della città con Otoke, una sua vecchia fiamma. Andiamo quindi indietro nel tempo, nei ricordi dell’uomo, a più di vent’anni prima, quando Otoko aveva sedici anni anni e Oki trentuno, con già una moglie, Fumiko e un figlio piccolo, Taichiro. Tra Otoko e Oki c’era una relazione adultera, finita in malo modo, perchè Otoko rimase incinta, partorì a diciassette anni una bimba di sette mesi che non vide mai, perchè morì subito dopo la nascita. La disperazione per la perdita della figlia e inevitabilmente per la fine della relazione con Oki, spinsero Otoko a tentare il suicidio.
Un ricovero nel reparto psichiatrico dell’ospedale e il successivo trasferimento della ragazza con la madre a Tokyo allontanarono i due amanti. Quasi venticinque anni dopo Oki, dopo aver inflitto ferite profonde alla moglie gelosa, dalla quale aveva fatto trascrivere tutti i suoi racconti e romanzi, tra cui La sedicenne, il romanzo dell’amore illecito tra lui e Otoko, ha avuto un’altra figlia e grazie al successo di quel libro ha cristallizzato un amore impossibile.
Otoko nel mentre è diventata una pittrice famosa, vive con un’allieva, Keiko, nella sua casa a Kyoto: non si è mai sposata e non ha mai abbandonato il ricordo di quel primo amore. Quando Oki e Otoko si incontrano a Capodanno non sanno che da quest’evento ne scaturiranno molti altri. Quella sera Oki conosce Keiko, la quale con intrighi maliziosi costruiti sulla gelosia e sul desiderio di vendetta per la sua maestra e amante, medita piani futuri per destabilizzare la situazione.
Quella che ci troviamo davanti è una storia di passioni dure a spegnersi, affrontate in silenzio, senza grida o grandi gesti, mosse con calma nella trama della vita. Emozioni profonde, sentimenti di dolore, tristezza e bellezza che aleggiano pagina dopo pagina. Dialoghi da cui traspare la psiche dei personaggi, con cui patiamo anche noi. Il lettore sente smuovere dentro di sè la vendetta, gli sembra di viverla con Keiko, con Fumiko. Il desiderio di rivalsa è forte, ma non straripa mai dai confine, rimane silente e dilaga nei meandri oscuri della mente.
Un libro che colpisce per maestria, un linguaggio che trasporta, con riferimenti geografici e paesaggistici sempre presenti nella letteratura giapponese, che non annoiano nè tanto meno allontanano l’attenzione del lettore dal fulcro di tutto: la forza dell’amore. Ma non è quell’amore puro che porta felicità, ma quello che distrugge dall’interno chi è tanto sfortunato da viverne uno difficile, quello che annienta i controlli della mente e che porta a compiere scelte immorali.
Un affresco di personaggi che colpiscono come un quadro espressionista, come i campi di tè che dipingono Otoko e Keiko. Interessanti i riferimenti alla letteratura, alla tradizione giapponese e all’arte orientale. Bellezza e tristezza è un romanzo che gli appassionati di Yasunari Kawabata hanno l’obbligo di leggere, perchè si distanzia da altri suoi capolavori come forza espressiva, ma può piacere anche ai neofiti dell’autore.