Nemico, amico, amante (Einaudi Editore) è il primo libro di Alice Munro (Premio Nobel per la Letteratura nel 2013 per il suo ruolo di «maestra del racconto breve contemporaneo») che mi sono trovata a leggere grazie al gruppo di lettura #lastanzadeinobel de @lastanzadigiovanni. Una raccolta di racconti intensi e lirici sullo sfondo di un Canada prismatico, lussureggiante e selvaggio che dà slancio alle vicende narrate in una relazione di mirabolante reciprocità.
C’è l’assordante e cruda reazione del paese verso la crescita sociale dell’autore/narratore (Post And Beam); c’è uno scherzo infantile che finisce per influenzare i destini delle persone (Amico, nemico, amante); ci sono un uomo e una donna che dopo una casta relazione adolescenziale si incontrano di nuovo da adulti in una sorta di come poteva essere (Ortiche); c’è il ricordo di un breve legame sessuale che aiuta a sostenere un personaggio per il resto della sua vita (Quello che si ricorda); e c’è la giovane narratrice brillante, un’aspirante scrittrice, che tesse, senza saperlo, la trama di un incredibile romanzo d’amore (Mobili di famiglia).
A legare ogni racconto agli altri è la profondità delle interazioni umane. C’è un passaggio ne: Il ponte galleggiante, una storia potente su una coppia, in cui uno dei due protagonisti è appena stato visitato da un medico sui risultati della terapia contro il cancro e che, apparentemente, non ha nulla a che fare con la trama, ma è tremendamente fedele alla vita:
In presenza di altri, anche di una sola persona oltre a Jinny, il comportamento di Neal cambiava, si faceva più animato, entusiasta, compiacente. Ormai Jinny non ci faceva più caso: stavano insieme da ventun anni. Del resto, cambiava anche lei – per reazione, pensava una volta – diventava più riservata e vagamente ironica. Certe finzioni erano necessarie, o forse troppo consuete per essere interrotte.
E questo è quanto di più vero si possa dire la vita stessa. La finzione, le maschere, gli ignari cambiamenti sono necessari alla sopravvivenza sia del singolo sia della coppia.
Nemico, amico, amante…, il racconto che dà il titolo alla raccolta, e anche il più lungo, è una favola meravigliosa, un gioco, che cambia costantemente prospettiva, catturando la luce da diverse angolazioni e a seconda degli individui che colpisce e su cui si riflette ha effetti mutevoli.
L’unica idea proposta da Sabitha fu quella di scrivere il loro nome accanto a quello di un ragazzo, poi di eliminare tutte le lettere comuni e di contare le restanti. Dopodiché si faceva la conta sulle dita delle lettere avanzate, dicendo: Nemico, amico, spasimante, amante, sposo, finché non si arrivava al verdetto riguardo alla possibile relazione fra loro e il ragazzo in questione.
Non c’è dubbio che la Munro conosca bene la sua gente: le loro vanità, i loro pregiudizi, i loro desideri segreti. Alcune pagine più tardi, Johanna, la protagonista, va a comprare un vestito che spera sia il suo abito da sposa, e la negoziante (chiamata semplicemente “Milady”) prende vita con poche e rapide pennellate come se non fosse il personaggio secondario di un racconto, ma l’eroina di un grande romanzo. Questo è il modo di scrivere di questa formidabile autrice: vertiginoso, emozionale, fitta, densa di particolari necessari.
La storia finale, forse la più straziante, The Bear Came Over The Mountain, è stata trasformata in un film candidato all’Oscar per la regia di Sarah Polley, col titolo di Away From Her. Parla di un marito la cui moglie, che vive con l’Alzheimer, non riesce più a ricordarlo e stringe un’amicizia molto intima con un altro uomo nella stessa struttura dov’è ricoverata. Il modo economico in cui la Munro delinea la vita della coppia, in particolare gli affari del marito – era un professore prima di essere costretto a ritirarsi – ti fa capire tutto, a partire – e questo è geniale – dal non detto, dai silenzi, dallo sbiadire della memoria.
Perché in fondo la vita vera è nelle azioni, in quello che facciamo o non facciamo, nei gesti, soprattutto se piccoli, inconsapevoli e persino involontari. La Munro presenta l’umanità con tutti i suoi difetti. Vede le persone chiaramente ma non le giudica. Li perdona, lasciando anche al lettore la possibilità di perdonarsi.
Nemico, amico, amante è stato il mio primo libro di Alice Munro. Ma di sicuro non sarà l’ultimo.