Buongiorno lettori, il mese di gennaio 2020 è stato il bicentenario della nascita della minore delle sorelle Bronte: Anne nacque il 17 gennaio del 1820 e morì a soli 29 anni, nel 1849. Solo negli ultimi anni gli studiosi hanno riscoperto ed espresso maggiore interesse per Anne, dopo decenni in cui tra le tre venivano maggiormente ricordate le autrici di Jane Eyre e di Cime tempestose.
La prima monografia a lei dedicata risale al 1929, anno in cui Will T. Hale, professore di letteratura inglese all’Università dell’Indiana, la scrisse. Maddalena De Leo ha curato l’edizione italiana di questa biografia, pubblicandola con il titolo Anne Bronte la vita e le opere uscita per l’editore Ripostes.
Il libretto che ci troviamo davanti, di circa 70 pp, ci illustra un breve excursus biografico, legando indissolubilmente la vita di Anne a quella delle sorelle e del fratello Branwell. Il padre dei Bronte era un curato, la casa nella brughiera inglese dove vivevano era vicino al cimitero. Anne era l’ultima di sei figli: le due sorelle maggiori Maria ed Elizabeth furono le prime a morire per la tubercolosi, seguite poi dalla madre. L’infanzia di Charlotte, Emily, Patrick ed Anne fu segnata quindi da perdite familiari piuttosto gravi: la tubercolosi fu uno spirito maligno che non li abbandonò mai, ma che dopo quella rapida successione di morti, sembrò dare loro tregua.
I quattro ebbero la fortuna, in epoca vittoriana, di avere un’educazione molto approfondita. Dopo un periodo di studi in collegio, dove Maria ed Elizabeth si ammalarono a causa delle condizioni di vita disagevoli, Charlotte ed Emily furono ritirate a studiare in casa, assieme ad Anne. Le tre sorelle e l’unico fratello, Patrick erano soliti trascorrere le serate a raccontarsi storie e a dare sfogo alla loro fantasia. I Bronte si spostarono poco, ma Anne fu quella che ancora di meno viaggiò: Charlotte ed Emily studiarono a Bruxelles per un breve periodo, Patrick fu mandato presso la famiglia Robinson a Thorp Green, scelto come tutore del piccolo Edmund, mentre Anne svolgeva presso la stessa famiglia la mansione di istitutrice.
In quel periodo il destino delle donne che non avevano dote e ricchezza per sposarsi era quello di guadagnarsi da vivere come istitutrici e insegnanti, motivo per cui l’educazione e l’apprendimento rivestivano un ruolo di grande importanza nelle loro vite. Tutte e tre studiarono per diventare istitutrici, ma nessuna di loro sentì mai di amare quella professione: tentarono infatti di aprire una scuola loro stesse, senza dipendere da altre famiglie, facendosi prestare il capitale: ma non riuscirono mai a procacciarsi delle alunne.
Tutti e quattro i fratelli scrissero, della moltitudine di testi riportati nelle lettere solo una minima parte è giunta fino a noi. Le tre sorelle cercarono di pubblicare delle poesie sotto pseudonimo: Currer, Ellis e Acton Bell. La raccolta non ebbe successo, furono vendute pochissime copie e nel 1847 le tre cercarono di fare il salto di qualità pubblicando i loro romanzi.
Charlotte/Currer cercò di pubblicare Il professore che fu però rifiutato, al suo posto fu accettato, mesi dopo, Jane Eyre. Uscirono alla fine di quell’anno Agnes Grey di Anne/Acton e Cime tempestose di Emily/Ellis. Incredibilmente le opere furono un successo: famoso è il viaggio a Londra di Charlotte e Anne l’anno dopo, per dimostrare all’editore Newby che le tre opere erano state scritte da tre sorelle distinte e non da un’unica persona come si stava credendo nel mondo editoriale.
Intanto Patrick Branwell era stato cacciato dai Robinson perchè infatuatosi della madre del suo pupillo, si stava dedicando sempre di più all’alcol e ad una vita dissoluta e nel settembre del 1848 morì. Il cancello del cimitero vicino alla casa dei Bronte si era riaperto per accogliere altre morti in famiglia. Poco tempo dopo anche Emily fu consumata dalla tubercolosi e morì. Anne, la piccola e gentile Anne, che si era emozionata alla vista del mare e che nei suoi scritti privati colpisce per l’ingenuità e l’emozione di fronte alle piccole cose, si ammalò, la morte dell’amata sorella Emily l’aveva troppo scossa: morì lontana da casa nel 1849, a Scarborough, dove era giunta per curarsi e respirare aria buona.
Solo due figli di penna ci ha lasciato Anne, morta a soli ventinove anni: Agnes Grey e La signora di Wildfell Hall, pubblicato ad un anno di distanza. I due romanzi si differenziano come trama: nel primo protagonista è un’istitutrice che racconta il suo lavoro presso due famiglie che le rendono la vita impossibile, si innamora del curato e sogna, un giorno, di poterlo sposare. Nel secondo, molto più lungo, la storia viene raccontata da Gilbert, che viene colpito dalla nuova arrivata nella tenuta di Wildfell Hall: la donna è Helen, scappata da un marito dissoluto, con il figlio Arthur. Viene da tutti considerata una vedova, si innamora anch’ella di Gilbert e gli affida il suo diario, in cui spiega l’incontro, l’amore con il marito e il successivo decadimento della loro relazione a causa dei comportamenti dell’uomo.
Seppur entrambi i romanzi non possano essere considerati dei capolavori, seppur il linguaggio di alcune parti e di alcuni individui all’interno delle storie sia troppo esagerato per l’epoca, non si può non notare lo spirito di fondo. Anne era una romantica e sognava l’amore e una famiglia, quando ormai aveva capito che non avrebbe potuto più averli: nel 1847 aveva ventisette anni, per l’epoca era una zitella, ma il desiderio dell’amore, di poter vivere con qualcuno e avere figli è presente in entrambi i romanzi, in cui infatti è presente sempre un lieto fine.
Anne è sempre stata quasi denigrata in confronto al genio delle sorelle, ma probabilmente il suo non era un genio, ma il carattere meno passionale e più tranquillo e gentile tra tutte e ciò si nota all’interno dei suoi romanzi, che ci regalano una scrittrice vissuta troppo poco e dalle grandi capacità: a volte la calma e la limpidezza sono ciò che più serve, anche se colpiscono di meno di un carattere impetuoso e rivoluzionario.
Grazie all’editore Ripostes e a Maddalena De Leo per aver permesso agli amanti di queste tre sorelle, di conoscere un pochino di più la gemma meno brillante.