Buongiorno lettori, oggi voglio parlarvi di una raccolta particolare. Le nuove eroidi pubblicato nel 2019 da HarperCollins è una riscrittura in chiave moderna delle Eroidi di Ovidio autore latino. Nell’originale veniva data voce alle eroine del mito e delle tragedie greche attraverso lettere indirizzate ai loro cari. Stesso motivo viene ripreso anche in questa raccolta che si distanzia dall’originale per molteplici aspetti.
Innanzi tutto la modernità: ma su quella non potevano esserci dubbi in un libro pubblicato duemila anni dopo. Inoltre le lettere vengono scritte direttamente da donne e non da donne qualsiasi, ma da alcune delle protagoniste del panorama letterario italiano di oggi. Prendono spunto dalle storie delle eroine a cui danno voce, per parlare di qualcosa di nuovo e attuale.
Antonella Lattanzi nella sua Fedra mette in scena il dissidio morale di una donna vittima dell’amore per il figliastro Ippolito e artefice del suo assassinio. Assistiamo al processo in tribunale, con avvocati e magistrati, al marito di Fedra, colpevole di aver ucciso il figlio. Una rilettura quindi dal punto di vista della protagonista della vicenda, che nella tragedia greca ci è stata tramandata da Euripide.
Valeria Parrella scrive il monologo di Didone: amata e tradita da Enea, predestinato dagli dei al viaggio in Italia e alla fondazione mitica di Roma. Ilaria Bernardini invece fa un lavoro completamente diverso: Ero nel mito era amata da Leandro, che ogni notte attraversava il tratto di mare tra la sua isola e quella dove Ero viveva, per amarla. I due innamorati diventano nella sua lettera due migranti, una coppia che scappa dalla guerra per cercare una vita migliore.
Veronica Raimo si immedesima in Laodamia: un amore mitico che sfidò la morte. Protesilao, sposo di Laodamia, fu ucciso da Ettore durante la guerra troiana. Pur di stare ancora un po’ di tempo con l’amata, gli fu concesso di tornare dagli Inferi per qualche ora. Questa storia tragica d’amore diventa un monologo sotto forma di chat in cui Laodamia scrive e sfoga il suo dolore per la morte del suo Protesilao, sposo di un’altra donna e morto in circostanze non definite.
Continua Chiara Valerio a raccontarci di Deianira, della sua gelosia per i tradimenti di Eracle e del suo tentativo di riportarlo a sè con una veste che avrebbe ucciso il suo amore. E poi Caterina Bonvicini inventa una Penelope che invece di stare a casa in attesa del suo Ulisse, si imbarca su una nave di una Ong come cuoca e parte in missioni di salvataggio nel Mediterraneo. Michela Murgia dedica e cerca di riabilitare il nome di Elena, la donna più bella che si innamorò di Paride e fece scoppiare la guerra di Troia. Il suo monologo, guardando Paride dormiente, ci restituisce il ritratto di una donna che cercò di fare la cosa giusta sposando Menelao, che non sapeva che sarebbe diventata un giorno regina di Sparta. Vittima delle trame divine fu scelta come compagna da Paride di cui si innamorò. Ma il suo amore fu naturale o anch’esso nacque per volere di Afrodite?
Infine Teresa Ciabatti dà voce alla strega Medea, madre ai giorni nostri di due bambini, uno dei quali sceglie di diventare donna, scatenando le ire del padre. Una tragedia del passato rivive in una famiglia moderna e attuale.
Nel complesso la raccolta è interessante, ogni autrice ha messo del suo e si può dire che ogni lettera, ogni eroina ha in sè qualcosa del passato ma soprattutto di contemporaneo. Forse è proprio quest’ultimo passaggio che mi ha un po’ infastidita. Non ho mai letto le Eroidi di Ovidio ma, avendo fatto il liceo classico, un po’ di letteratura greca la conosco, così come alcuni di questi miti. Per quanto trovi poetici, perfetti da un punto di vista stilistico alcuni passaggi, mi hanno infastidito alcuni episodi. Per esempio quelli dedicati a Ero e Penelope: capisco il voler trattare argomenti di attualità come il dolore dei migranti e la loro difficile situazione, il problema europeo degli sbarchi e la pericolosità del Mediterraneo, ma trovo che non abbiano poi molto a che fare con il mito nè tanto meno con le donne a cui è stato dato spazio. Così come la trasformazione del mito di Laodamia da tragica storia d’amore ad un rapporto adulterino basato quasi solo sul sesso: il monologo fatto di messaggi diventa la scusa per la costruzione di una chat erotica che in sè può anche non scandalizzare, siamo nel 2020 ormai, però nuovamente trovo che non abbia alcun collegamento con il mito.
Invece ho trovato molto interessante il racconto della Murgia su Elena: un nuovo punto di vista per cercare di descrivere e costruire il ritratto di una donna bistrattata da Omero e da chi dopo di lui ha voluto dare la colpa di una guerra, non al desiderio di fama e conquista, ma ad una donna che ha scelto l’amore.
In definitiva sicuramente questa raccolta per gli amanti dell’originale, e non, può essere molto interessante e perchè no, può anche piacere, ma sicuramente si dovrà aspettare qualcosa di totalmente diverso da Ovidio e da quelle lettere. E forse è anche giusto così.