Una mattina un uomo si sveglia in mezzo al bosco, ha le braccia coperte di tagli e non ricorda minimamente che cosa gli sia successo. Oltre a questo non ricorda neanche chi è. Ha in testa solo un nome: Anna.
Così comincia Le sette morti di Evelyn Hardcastle di Stuart Turton, suo romanzo d’esordio edito in Italia da Neri Pozza. L’inizio del romanzo si presenta molto confusionario, quest’uomo, che tutti chiamano Sebastian Bell, arriva, guidato da una bussola insanguinata, a Blackheath House, dimora in rovina ma riallestita dai padroni di casa, gli Hardcastle per festeggiare il ritorno a casa della figlia Evelyn.
Ma quel giorno non è una data qualsiasi, infatti anni prima quello stesso giorno un bambino, il figlio dei due coniugi, era stato ucciso e della morte era stato accusato uno dei domestici della casa. Ma la colpa per aver lasciato solo il fratello è sempre stata additata alla sorella Evelyn, che a quel tempo aveva circa dieci anni e aveva il compito di controllarlo. Un tragico evento che viene ricordato in occasione di una grande festa e ballo per la figlia, ma che forse nasconde un segreto. Infatti la sera stessa Evelyn Hardcastle viene vista suicidarsi con una pistola accanto al laghetto in giardino, un suicidio plateale di cui non si capiscono le cause.
Ma Sebastian quella sera non assiste all’evento, viene attaccato poco prima. Il giorno dopo si risveglia, ma c’è qualcosa che non va: Sebastian non è più Sebastian, ma i suoi tratti sono quelli del maggiordomo e la scena a cui sta assistendo appena uscito dalla sua stanza è quella che ha vissuto il giorno prima nei panni di Sebastian. La confusione aumenta, ma ci penserà un uomo travestito da medico della peste, con una maschera in ceramica a dare qualche spiegazione. Il nostro protagonista è Aiden Bishop, sta vivendo ormai da anni un ciclo ininterrotto di otto giorni, otto giorni in cui ogni mattina si risveglia nei panni di una delle persone presenti quel giorno a Blackheath: il suo obiettivo? Svelare il mistero della morte di Evelyn Hardcastle, perchè c’è qualcosa che non va in quel suicidio, qualcuno medita l’omicidio, e sembra tutto collegato alla morte del fratellino anni prima.
Dopo un’iniziale confusione, che ammetto durare un buon centinaio di pagine, il ritmo si fa sempre più incalzante, il plot si intreccia sempre più, tenendo alta l’attenzione del lettore, che non capisce più cosa sia vero e cosa no, chi stia mentendo e chi nasconda qualcosa. Aiden Bishop ha una crescita psicologica, mentale, in ogni corpo in cui si incarna ha caratteristiche che può utilizzare al meglio per svelare la verità, ma ogni corpo ha una coscienza che vuole uscire allo scoperto e agire, andando inevitabilmente a influenzare il corso della storia.
Insomma, Le sette morti di Evelyn Hardcastle è un romanzo che ha bisogno di un rodaggio iniziale per ingranare bene e attrarre a se l’attenzione del lettore, ma una volta che questa viene catturata regala solo emozioni forti e positive, tenendo incollati fino alla fine. Una promozione a pieni voti per questo giallo così ben intrecciato, la cui costruzione merita un elogio particolare: ogni tassello va al punto giusto, come un grande puzzle, è tutto ben articolato e anche se all’inizio ci si sente persi e si ha la sensazione che per tante cose non ci sia un senso, come si suol dire, tutti i nodi vengono al pettine. Date una possibilità a Stuart Turton, non ve ne pentirete.