Gli occhi di Alice Gray di Stacey Halls è un romanzo uscito l’11 settembre per Giunti editore. Siamo nel ‘600, precisamente nel 1612: Fleetwood Shuttleword ha diciassette anni, è sposata da quattro con Richard, signore di Gawthorpe Hall, grande tenuta nella regione del Lancashire, in Inghilterra. In una fredda giornata invernale Fleetwood sta fuggendo di corsa nella foresta, è agitata perchè ha trovato tra i documenti del marito una lettera di un dottore che dice che se la moglie rimarrà nuovamente incinta, è quasi sicuro che ella morirà. La consapevolezza di essere stata ingannata pervade la mente della nostra protagonista, che sta aspettando il quarto figlio, dopo aver avuto tre aborti. Fleetwood sa qual è il suo compito: sa che è necessario dare un figlio a suo marito e diventare madre e ha tanta paura di non riuscirci neanche questa volta.
In mezzo al bosco vede una ragazza, stesa tra le piante, circondata da conigli morti, piena di sangue: la ragazza ha due occhi dorati, magnetici. Il loro incontro si esaurisce in poche battute, tra la diffidenza di entrambe, poichè Fleetwood deve tornare a casa, da Richard. La coppia felice, così viene ritenuta da tanti, ha un grande amico, un uomo che lavora nel governo, Roger, per loro è come un padre. Ma Roger ha cominciato una battaglia personale per ottenere le grazie del re: la caccia alle streghe.
Infatti sembra che una di loro sia stata trovata: dopo aver maledetto un uomo, un venditore di spilli, perchè questo non gliene aveva voluti regalare, la donna sarebbe andata a confessarsi, pentendosi del male procurato allo sventurato. Da qui le indagini sulla sua famiglia e i suoi amici, con la scoperta di altre donne che per la loro capacità di usare erbe, intrugli e per la presenza in casa di bambole riempite di paglia, vengono sospettate di essere streghe e per tale ragioni arrestate.
Durante una corsa a cavallo nel bosco Fleetwood cade, ferendosi una mano e rischiando di venir calpestata dall’animale: quand’ecco che Alice Gray, la misteriosa ragazza dagli occhi dorati compare per salvarla. Alice ha la stessa età di Fleetwood, ma è molto povera, vive con il padre in un paese vicino, lavora in una locanda e fa anche da levatrice. Alla nostra protagonista non sembra vero, è disperata perchè continua a vomitare, non riesce a mangiare, è molto debole, sconfortata e sola ed è ossessionata da un incubo terrificante che le impedisce di dormire serena. La disperazione la spinge a chiedere ad Alice di farle da levatrice e di aiutarla a mettere al mondo questo bambino, possibilmente salvandole la vita.
Inizia così un legame che diventerà un’affinità e un’amicizia tra le due donne, amicizia messa in discussione da tradimenti, cacce alle streghe e accuse. Fleetwood imparerà a districarsi tra bugie, indagini e verità, nel tentativo di salvare la sua amica dall’accusa di stregoneria, che quasi sicuramente la porterebbe a morte certa.
Il personaggio di Fleetwood è molto bello: noi leggiamo il romanzo attraverso i suoi occhi, che vedono e assistono alle vicende. Vediamo le ingiustizie sociali, assistiamo a difficoltà, malesseri, tristezze. Fleetwood ha solo diciassette anni, ma vive sulla sua pelle la perdita di tre figli, il sangue che cola e va via, vive la delusione nello sguardo del marito e nell’espressione della madre. Vede il coraggio, la forza e la speranza nel dorato degli occhi di Alice Gray. Coraggio e forza che si rispecchiano in lei e che la spingono ad agire mettendosi contro tutti pur di scovare un modo per salvare un’innocente.
Se riuscirà nell’impresa e in che modo ci proverà non vi è dato scoprirlo da questa recensione, dovrete leggere il romanzo e scoprirlo da voi: anche perchè l’interrogativo che permane in queste pagine è Ma Alice Gray è davvero innocente?
Stacey Halls in questo romanzo ha dato grande spazio alle figure femminili, la fanno da padrone rispetto agli uomini, che seppur hanno dalla loro parte la forza e la potenza del ruolo sociale, qui vengono sconfitti per intelligenza e tenacia. Lo svolgimento della trama è interessante, tiene il lettore incollato alle pagine, con un linguaggio semplice, non irreale; i misteri legati alla stregoneria rimangono tali, gli occhi di Fleetwood non vanno ad indagare oltre gli effetti della lavanda, della radice di liquirizia, o oltre le bambole di paglia, non si soffermano sulla superstizione e la credenza popolare. I suoi occhi vedono la povertà di una delle famiglie accusate dal magistrato, vedono la necessità di affidarsi alla natura per curarsi. La sua mente non si sofferma alla superficialità degli accusatori, cerca l’innocenza nelle accusate e la giustizia.
ATTENZIONE SPOILER: NON LEGGETE OLTRE A MENO CHE NON SIATE CURIOSI, TRANQUILLI, NON ROVINA LA LETTURA 😛
Molto interessante è poi la nota storica presente alla fine del romanzo: gli eventi narrati nel libro, pur essendo ovviamente romanzati, sono veramente accaduti e riportati nei registri del tempo. Nell’estate 1612 infatti, a Pendle in Inghilterra, ci fu un processo per stregoneria e furono condannate e giustiziate dieci persone: solo una fu assolta, purtroppo non viene riportata la ragione: Alice Gray.