L’eredità di Louisa May Alcott

 

Tutti conoscete Louisa May Alcott per essere l’autrice di uno dei classici più amati, dalle bambine soprattutto, dalle donne poi: Piccole donne è infatti uno dei tasselli per eccellenza della formazione culturale femminile (e se anche così non fosse e non lo aveste mai letto, vi prego leggetelo perchè è un capolavoro!). Ma la Alcott iniziò a scrivere e a immaginare storie molto presto; il piccolo libricino di cui voglio parlarvi oggi è infatti un’opera giovanile, scritta da una Louisa diciassettenne, quando era ancora una piccola donna: L’eredità. 

Questo romanzetto fu scoperto solo negli anni Novanta del secolo scorso, da due studiosi all’Università di Harvard, Joel Myerson e Daniel Shealy. L’eroina che ci troviamo davanti è Edith Adelon, ospite ormai da anni della famiglia Hamilton. Infatti Edith, di origini italiane, fu trovata in un orfanotrofio dal signor Hamilton, ricco aristocratico inglese, rimasto affascinato dalla sua voce, quando era ancora una bambina. Fu scelta come compagna della giovane Amy Hamilton, di cui divenne istitutrice e confidente.

Il racconto comincia in un giardino: la signora Hamilton, la figlia Amy, la nipote Ida e il figlio Arthur stanno parlando di un amico di quest’ultimo, Lord Percy, che sta arrivando come ospite alla villa. Lord Percy ha un passato di figlio devoto nei confronti della madre, e di grande amico per il fratello: anni prima infatti entrambi si erano innamorati di una giovane, che ricambiava il fratello e non lui, allora per assecondare la loro felicità Lord Percy si tirò indietro, soffocando il suo sentimento. Dopo pochi anni dal matrimonio la coppia morì, lasciando nel suo cuore una grande solitudine. Il racconto del suo passato spinge le donne Hamilton ad una grande compassione e simpatia per il giovane che di lì a poco giungerà.

Ed effettivamente Lord Percy è un uomo di grande bontà e nobiltà d’animo, che conquista subito la non più tanto giovane e bella Lady Ida, che cerca in tutti i modi di attrarne le attenzioni. Ma lo sguardo di Lord Percy è già stato conquistato da un’altra fanciulla, che per buoni costumi, buon carattere e bellezza, supera di gran lunga l’egoismo di Amy.

Lord Percy infatti rimane da subito affascinato da Edith che negli anni in quella casa, in quanto orfana e di estrazione sociale sconosciuta, si è sempre sentita inferiore e non amata e più che la ricchezza o un nome importante vuole solo riempire il vuoto nel suo cuore e sentirsi finalmente circondata dall’amore di una famiglia. Proprio per questo agisce quasi come una Cenerentola: amica affezionata alla sua Amy, leale nei confronti di Lady Hamilton e Arthur, disponibile e buona con Lady Ida, anche se da quest’ultima non riceve che parole di sdegno e di sprezzo, frutto di invidia.

L’intreccio della storia andrà a complicarsi con lo sviluppo del sentimento di Lord Percy per Edith, gli intrighi per tenerla lontana dalla loro cerchia di Lady Ida, le macchiette dei personaggi di Amy e Arthur e con loro altri esponenti dell’altra società che entreranno nella vita della nostra protagonista. E poi un insieme di lettere e uno strano viaggiatore, andranno ad aggiungere pezzi al puzzle di questo racconto che non spiccherà per originalità (ricorda per certi versi le commedie latine antiche) e per bellezza dello stile, ma che ci permette di conoscere la fervida fantasia dell’autrice.

Si respira in queste pagine profumo di speranza: Edith è un personaggio fin troppo buono, come ho scritto anche più sopra ricorda per l’appunto Cenerentola, ma non risparmia di dire ciò che pensa, seppur con la massima educazione e il rispetto, a chi le procura uno sgarbo o un fastidio. È un personaggio tremendamente solo che desidera solo essere amato e trovare un suo posto nel mondo che l’ha accolta da bambina.

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L’eredità di Louisa May Alcott edito dalla casa editrice umbra Jo March (la dedica all’eroina più rivoluzionaria e amata -almeno credo- dalle lettrici di Piccole donne è palese) è una novella poco impegnativa e probabilmente non dal grande valore artistico, almeno per quel che riguarda lo stile in erba e la trama un po’ banale, ma sicuramente di grande importanza per conoscere una delle più grandi scrittrici americane del tempo e di sempre. Sembra quasi di vederla Lou, seduta alla sua scrivania, con i sogni di una diciassettenne, mentre scrive quest’avventura…

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