Portami con te di Carola Vannini

Bisogna, per prima cosa, immaginare la scena: io che entro in libreria per acquistare un paio di libri che avevo segnato in wishlist da a dir poco mesi, e la prima, ma proprio la prima, cosa che vedo sullo scaffale è questo Portami con te di Carola Vannini edito Sperling & Kupfer con un tenerissimo Jack Russel in copertina. Vola il pensiero alla mia Lizzy (una simil breton che proprio oggi compie sei, dico sei, anni) e a quel titolo che suona come un appello, una preghiera, una richiesta: Portami con te. E come sei anni fa ho portato a casa lei, quel pomeriggio ho portato a casa questo libro, i cui proventi – val la pena dirlo subito – andranno all’associazione Seconda Zampa che si occupa della ricollocazione di cani anziani, quelli che hanno passato una vita in canile che «non può essere un punto d’arrivo ma deve essere un punto di partenza», continuando il percorso iniziato con Avevo solo una manciata di stelle (della stessa autrice) che narra di Ruby, 8 anni in canile prima di entrare in famiglia.

Per chi ha un cane, i romanzi che trattano l’argomento sono, a prescindere dalla trama, una delle esperienze di lettura emotivamente più provanti. Possono raccontare di cani pasticcioni, combina guai, amici fedeli, compagni provvidenziali, eroi, posssono essere comici o drammatici: tutti però, alla fine, lasciano filtrare lo stesso messaggio: un quadrupede peloso, bavoso, verosimilmente affamato cronico, entra nella vita di chi lo accoglie rivoltandola come un calzino (che magicamente da quel momento in poi sparirà per riapparire nei posti più impensati, sbrindellato e rigorosamente spaiato), con la potenza di un tornado provocato da quell’incontenibile gioia di vivere che assume la forma di una coda «a frullatore» capace di triturare tutte le ansie di una giornata con un movimento centrifugo tale da poter spostare ogni ostacolo: c’è qualcosa che due occhioni lucidi e una lingua penzoloni non possano, non dico risolvere, ma quantomeno ridimensionare?

0005235FAU (1)
Carola Vannini

Così ecco che i cani che si incontrano nell’area di sgambettamento del Bar del Tram, a Roma, cambiano, riempiono, rinnovano, correggono la traiettoria delle vite degli umani che incontrano: Giuliana, Ginevra, Rudolph, Chiara, Laura, Alberto – che del bar è proprietario e motore inesauribile –, persino Alvaro e il suo cinismo apparente (a proposito, sapevate che cinico ha la stessa radice etimologica di cane?  Dal lat. cynĭcus, gr. κυνικός, der. di κύων κυνός «cane»; propr. «canino, simile al cane, che imita il cane», per il dispregio che i cinici professavano per le istituzioni sociali e per le convenienze). In un modo o in altro, queste esistenze ‒ che un po’ ai margini lo sono come lo stesso bar, ricavato al limitare di una vecchia linea tranviaria, dentro un vecchio vagone abbandonato ‒ si intrecciano come i guinzagli dei nostri quadrupedi quando, usciti a fare il nostro giro quotidiano, fiutano e corrono verso un loro simile e, nel rito dell’annuso del posteriore formano quegli stravaganti garbugli per sbrogliare i quali i bipedi iniziano a loro volta una goffa danza durante la quale scivolano, con un’autenticità che raramente ci appartiene in quanto razza, chiacchiere, scambi di battute, presentazioni, appuntamenti alla prossima passeggiata.

«I cani hanno molto da insegnare agli umani.

A loro non serve una visione generale di un’esistenza perfetta e felice, sanno istintivamente accogliere con spontaneo entusiasmo tanti piccoli pezzetti di felicità per poi metterli insieme, componendo un puzzle che li rende sereni, appagati, entusiasti.

[…]

Liberi di sentire senza filtri, amare senza condizioni, giocare senza inibizioni. »

Ecco, le storie narrate da Carola Vannini in Portami con te sono appunto tasselli di un puzzle che tutti insieme formano un romanzo corale di grande semplicità narratologica ma di smisurato impatto emozionale, perché, in fondo, seguendo le strade più diverse, le storie più singolari, le voci più strampalate si arriva all’unica vera esortazione che è necessario ricordare sempre, anche attraverso la narrativa, e particolarmente in questo periodo dell’anno: SE VOLETE UN CANE, ADOTTATELO E NON COMPRATELO.

I canili rigurgitano di vite che possono essere salvate. E non sono solo le vite di cani abbandonati. Sono soprattutto le vostre.

E tanti auguri alla mia Lizzy! + 6!

 

(Sara)

 

2014-03-08 12.21.14

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: