Il delta di Venere di Anaïs Nin

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Anaïs Nin è stata una scrittrice statunitense dalla letteratura controversa. Viaggiò molto in Europa e in Francia, conobbe Henry Miller (famoso per il suo romanzo, ritenuto dai più scandaloso, “Tropico del Cancro”) e intrecciò con lui e la moglie June una relazione extraconiugale.

Proprio grazie al rapporto con Miller, nel 1940 cominciò a scrivere la raccolta di racconti che compongono l’antologia de “Il delta di Venere”. In quell’anno un collezionista anonimo richiese allo scrittore una serie di racconti erotici, dietro compenso mensile di 100 dollari. Miller cedette il lavoro alla Nin che, bisognosa di denaro, cominciò a scrivere.

Alla raccolta parteciparono anche altri scrittori e artisti amici della scrittrice, tutti spinti dalla necessità di guadagno. Il risultato del loro lavoro sono 280 pagine di racconti con come denominatore comune il sesso. Il collezionista aveva richiesto esplicitamente che nelle pagine ci fosse solo l’argomento sessuale puro e semplice, senza la poesia.

Da questa richiesta leggiamo, di conseguenza, di amori extraconiugali, tradimenti, relazioni omosessuali, prostitute nei bordelli, donne libere sessualmente, avventure notturne e perversioni.

Molti personaggi protagonisti o comparse in alcuni brani tornano in quelli successivi, facendo si che si crei una cornice attorno alle voci narranti di queste storie. La raccolta destò scandalo inizialmente, d’altronde gli argomenti sessuali ancora adesso per molti versi destano stupore e sono circondati da tabù. Eppure questo libro ha un qualcosa in più che va oltre alla superficie: trovo che sia molto importante constatare come una donna negli anni ’40 sia riuscita a sdoganare l’importanza della sessualità e dell’erotismo femminile; ogni donna all’interno di questo volume ha una sua individualità sessuale, insegue il piacere per se stesso, non è sottomessa al marito, compagno, uomo di turno, possiede una libertà che dovrebbe essere insegnata ancora oggi agli uomini e alle donne soprattutto. Non per diventare delle “puttane”, ma per avere un posto anche noi nel grande mondo del sesso, un posto che sia di uguaglianza e parità con gli uomini, che non si sono mai dovuti vergognare del loro piacere come invece è sempre successo per le donne.

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Oltre alla sessualità femminile vengono trattati con leggerezza anche i temi legati all’omosessualità, al voyeurismo, ma anche temi legati alla violenza sessuale e alla pedofilia. Un’antologia sul sesso che non pretende di avere qualche valenza letteraria più alta, ma che secondo me tra le righe la contiene.

Per quanto il collezionista e mecenate dell’opera avesse chiesto esplicitamente la mancanza di poesia in questi racconti, traspare qualcosa che va oltre il semplice scribacchiare di sesso, si percepiscono la mente e l’individualità di una donna libera.

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