12 gennaio 2016. Avevo da poco conosciuto Paola e scorrendo la mia home su Facebook incappai in un suo post in cui parlava di un gruppo di lettura che si teneva a Bari, con riunioni a cadenza mensile. Qua e là, avevo sentito parlare dei gruppi di lettura ma non mi ero mai fidata, nel senso che da quello che leggevo a proposito di regole e regolamenti, mi sembravano altrettante lezioni in cattedra e gare di sfoggio a chi la sa più grossa. E di questo ne avevo già abbastanza tra Università e lavoro. Tuttavia…
Chiesi maggiori informazioni a Paola che mi indirizzò a Lydia che, a sua volta, mi illustrò le regole base. Decisi di tentare: l’appuntamento era per il 12 gennaio al Tolesco (un bar nella zona universitaria a Bari) e oltre alla discussione su un libro che per mia fortuna avevo già letto ‒ Jane Eyre ‒ ci sarebbe stato uno swap (scambio) di libri.
Timorosa e un po’ intimidita come sono sempre quando si tratta di fare esperienze nuove e conoscere persone nuove, puntuale mi presentai. Di “nuovi” membri oltre me c’era un’altra ragazza (persa per strada) e un ragazzo (Francesco) che poco dopo si sarebbe trasferito causa lavoro ma continua imperterrito a tenere il passo con le nostre letture, a scambiare idee e opinioni su libri e altro (molto altro), diventando a tutti gli effetti un membro onorario del gruppo, unico maschietto peraltro, la dimostrazione che (forse perché lui è a distanza di sicurezza?) le ragazze di Leggendo a Bari mangiano ma non mordono.
Ma torniamo a quel giorno: ecco la descrizione che Barbara, fondatrice del gruppo, fece della sottoscritta nel successivo diario di bordo (l’articolo intero potete leggerlo qui):
Sara, con una nonchalance degna di un monarca inglese, poggia sul tavolo il suo mattone da 1220 pagine e che poi cerca di propinare a noi. A lei va però il premio onestà (insieme a Francesco, dai) nell’ammettere che quel romanzo, forse, era una ciofeca.
A rileggerla oggi, divento rossa come un peperone. Ma, più di tutto, mi fa tanta tenerezza perché da quel giorno sono passati tre anni. Tre anni di incontri mensili, molti extra, di letture condivise insieme a kg di dolci, pizze etc, e litri di cioccolata calda in inverno, succhi di frutta e coca cola in estate. Tre anni durante i quali alcune si sono sposate, altre hanno avuto figli, o si sono laureate, fidanzate, hanno esordito come scrittrici, organizzato e preso parte a eventi, e ogni singolo avvenimento è stato vissuto in maniera partecipata da ognuna di noi. Perché in tre anni siamo diventate amiche capaci di superare il tempo e le distanze, le incomprensioni, gli screzi che tutti i rapporti di lunga durata devono affrontare e nonostante tutto, essere capaci di restare a chattare fino a notte fonda per consolare chi tra noi sta vivendo un momento di difficoltà.
Per celebrare questi tre anni insieme, ci siamo fatte una chiacchierata per ripercorrere fatti e momenti salienti del gruppo. Ecco a voi, cari lettori, le avventure del gruppo di lettura dal vivo Leggendo a Bari.
1)Quando, come e perché è nato il gruppo di lettura dal vivo di Leggendo a Bari?
Leggendo a Bari è nato nel marzo 2015 grazie alla ricerca di Barbara che, dovendosi trasferire a Bari, voleva creare un gruppo di lettura assieme alle utenti di Bari che aveva conosciuto tramite la pagina di Iread. Inizialmente eravamo in sei: io, Barbara, Patrizia la mia amica, Miriam, amica di Patrizia, Claudia, la mia coinquilina, Paola. La nostra avventura è iniziata con La meccanica del cuore di Mathias Malzieu ed è poi proseguita nel corso dei mesi. Da allora del gruppo originario siamo rimaste: io, Barbara, Paola e Patrizia. (Lydia)
2)Chi può farne parte?
Chiunque sia abbastanza pazzo da sopportare i nostri scleri durante gli incontri! (Daniela). Scherzi a parte, è un gruppo aperto a tutti coloro che hanno la passione per i libri! È sempre un piacere poter condividere con gli altri la lettura di un buon libro (Marika e Ilaria). Grazie alle pagine Facebook e Instagram, accade spesso di vedere gente nuova che ci segue e che vorrebbe partecipare agli incontri (Fabiana). Più precisamente, può far parte del gruppo chiunque, anche se ho notato che tendiamo ad attirare più donne che uomini, il nostro range di età va dai 20 ai 40 anni, più o meno, e, ad oggi, siamo tutte donne (Lydia). Le incursioni maschili sono durate poco (Nicole).
Soprattutto, bisogna avere ben chiaro che il nostro non è un gruppo di lettura “accademico”, di quelli dove si cerca di salire in cattedra con l’osservazione più brillante o con l’analisi da tesi in Letteratura. Siamo lettrici spontanee e così lo sono anche i nostri commenti, ci piace ridere e non puntiamo al voler fare le professoresse quando discutiamo di un libro (Barbara).
Il nostro gruppo è anche un gruppo di amiche, quindi, se volete partecipare, dovete essere disposti ad andare oltre la lettura di un libro, e aprirvi come persone, abbandonando ogni maschera! Qui non se ne sente il bisogno (Sabrina).
Altro requisito fondamentale: mangiare dolci! (Giulia e Marika). E non solo quelli (io).
3)Dove vi ritrovate e come funziona (proposte/scelta)?
Ci ritroviamo nei bar, ovviamente quelli dove hanno più roba buona da mangiare. Indubbiamente, il cibo unisce quanto la lettura e noi siamo tutte golose (Nicole). Abbiamo fatto anche qualche incontro in libreria. Nonostante il fascino indiscusso di queste ultime preferiamo decisamente i bar (Barbara).
Ogni incontro, di base, comincia con la discussione del libro del mese, i commenti e i voti. Poi si procede alla proposta dei titoli papabili per il nuovo mese. Abbiamo poche regole: minimo 100 pp, massimo 500, massimo una rilettura a proposta. Dopo che ognuno propone i suoi due o tre libri procediamo a votare; il nostro sistema è democratico, vince la maggioranza, ovvero il titolo che ha avuto più voti tra tutti (Lydia).
4)Quali sono gli aspetti fondamentali delle discussioni (oltre al mangiare)? Ovvero, cosa fa la differenza tra un buon libro e un cattivo libro, determinando il voto finale: stile, struttura, genere, personaggi…?
Secondo me un buon libro deve suscitare emozioni. Che sia simpatia o odio non importa. Quindi se un libro mi ha suscitato una qualsiasi emozione è già un buon libro. Poi ovviamente influisce molto lo stile e se ho fatto fatica o meno a finirne la lettura. Ma questo prescinde dal genere (Daniela). Si cerca di analizzare i personaggi delle storie contenute nei libri che si propongono, dando una motivazione personale sul perché si è scelto quel romanzo, cosa ci ha incuriosito nella trama e cosa ci aspettiamo dalla lettura di quel libro (Fabiana). Ognuna ha un suo metodo per valutare un libro, ogni parere è soggettivo. C’è chi dà più rilievo alla trama, chi ai personaggi, chi allo stile di scrittura. Ognuno poi dà un voto e per giudicare infine il libro letto si fa una media di tutti i voti (Lydia). Il buon libro è quello che ci fa fare tardi, quello che fa parlare tutte, anche le più timide. (Barbara). Tutte noi abbiamo metri di giudizio differenti. Io personalmente preferisco testi scritti in un certo modo. Mi annoiano le storie troppo allegre o banali. Sono attirata dai drammi e dai testi che hanno protagonisti problematici. Non presto molta attenzione alla trama. Per esperienza, trame poco articolate molto spesso non sono indice di libri mediocri, anzi. Se scritto bene, un libro può appassionare anche se parla di un uomo seduto in poltrona (Nicole).
La prima cosa che mi colpì di questo gruppo lettura fu proprio la possibilità di dire liberamente e schiettamente la propria opinione, senza paura di incorrere in critiche o altro. Ed è questo uno degli elementi più importanti. (Ilaria).
Il bello delle discussioni è che sono diverse ogni volta, non si può stabilire a priori se il romanzo piacerà o meno, lo si scopre dopo. Credo che i protagonisti incidano molto e anche la scrittura, se è fluida, è sicuramente più apprezzata. Siamo però molto diverse e ognuno di noi stabilisce le priorità nel voto, ecco perché alcune volte si passa da un tre ad un nove! (Giulia)
Penso che tutte, nel gruppo, abbiamo metodi di valutazione diversi: c’è chi dà più importanza a una cosa, chi a un’altra. Parlarne insieme è anche un modo per vedere, appunto, differenti punti di vista, e magari capire anche altri aspetti del libro che non si erano presi in considerazione. (Sabrina)
Io per esempio in un libro cerco uno storia straordinaria (che sia una storia horror, d’azione o d’amore) che mi aiuti ad evadere dalla realtà e che mi faccia vivere la giornata nella trepidante attesa del momento libero per dedicarmi alla lettura. (Paola)
5)Un aneddoto che non racconterete mai più? (vi offro la possibilità per le più oscure confessioni, oppure per ricordare episodi divertenti)
Due aneddoti: il mio primo incontro. C’erano ben 22 persone! Ovviamente molte di loro non le ho più viste nemmeno in foto. Ricordo di aver guardato le altre e di essermi fatta delle idee, a pelle, che poi si sono rivelate quasi tutte infondate (sta parlando di me!, ndr). E poi durante un incontro in cui era arrivato un nuovo ragazzo, stavamo messaggiando con le altre ragazze assenti sul nostro gruppo ed io ho avviato un vocale a tutto volume in cui si facevano dei complimenti al nuovo ragazzo! Per fortuna lui non se n’è accorto… o ha fatto finta? (Daniela)
Ricorderò sempre Nicole con il suo L’isola di Arturo in mano, mentre tentava di leggere la trama. Appena l’ho visto credo di aver detto “nooo, quel libro è bruttissimo, noiosissimo!” Povera Nicole (Lydia). Assolutamente – ribatte Nicole – quello che ricorda Lydia fu traumatico: sentii urlare lei e poi Paola appena sollevata L’isola di Arturo. Povera Elsa.
Ilaria: «Vogliamo parlare del mio primo incontro con i commenti spesi per Sulla strada di Kerouac, in particolare il 3 datogli da Daniela?»
Io: «Oddio…. Quel libro è stato sulle scatole a tutti…»
Giulia: «Le altre lo sanno già che ho la testa fra le nuvole ma forse qualcuna si è persa la scena… Meno di un anno fa ho ammesso candidamente di votare più di un mio titolo nei sei, peccato che se ne potesse votare solo uno! In pratica ho falsato i voti per mesi senza saperlo, perdonatemi!»
Paola: «Perdonate anche il mio tpno di voce troppo basso che vi copstringe ogni volta a leggere il labiale?»
Io: «Ragazze, ci stiamo dimenticando della violinista sul tetto che scotta e del giornalista che storse il naso, la bocca e le orecchie mentre una di noi proponeva un titolo secondo lui troppo commerciale…»
7)In questi quattro anni, sentite di essere cambiate come lettrici? Se sì, in che cosa?
Si, sono sicuramente cambiata. Ho letto e scoperto tanti autori a cui non mi sarei mai avvicinata da sola per puro pregiudizio. Però ho confermato la mia “antipatia” per il genere distopico (Daniela).
Penso di essere cambiata un po’ nella scelta dei romanzi. Mi soffermo su libri che forse anni fa non avrei preso in considerazione. Il bello di far parte di un gruppo di lettura è proprio il confronto tra quelle che sono le tue abitudini in fatto di letture con quelle delle altre e ogni mese scopro di autori di cui non conoscevo il nome e ho la curiosità di affacciarmi a generi diversi. (Fabiana).
In quattro anni ho letto tanti libri per il gruppo, che mi sono piaciuti e che ho odiato. Sicuramente sono stata incentivata a leggere libri generi che non sono il mio forte, ma che mi hanno sorpresa anche positivamente. Sono una lettrice più aperta. (Lydia).
Ho un pochino meno diffidenza per i classici. Il mio disappunto per i libri over 400 pagine invece è rimasto! (Barbara)
Mi sento più critica rispetto a ciò che leggo e acquisto. In più ho incrementato il numero di libri letti, forse perché condividere una passione ti fa sentire meno solo o forse perché finalmente mi sono sentita capita e accettata, ad ogni modo il gruppo mi ha aiutata a sentirmi più me stessa e meno insicura (Nicole).
Assolutamente si, non solo leggo molti più libri, ma credo di aver sviluppato un maggior senso critico. Spesso so riconoscere di che tipo di libro si tratta dalle prime pagine, ma ho anche avuto la possibilità, grazie alle altre ragazze, di conoscere nuovi autori e generi a cui non mi ero approcciata prima (Ilaria).
I confronti hanno cambiato la mia prospettiva di lettura su vari romanzi oltre a riflettere su dettagli che non avevo colto. Soprattutto ho sperimentato generi diversi e libri che mai avrei scelto da sola! (Giulia, che quoto in pieno).
Confrontarsi con ragazze dai differenti gusti letterari mi ha aiutato ad avere un visione “libresca” più ampia, anche se ancora faccio fatica al pensiero di dover leggere un fantasy. (Marika).
Sicuramente, le mie letture si sono fatte più varie: ho scoperto altri libri, ho scoperto nuovi autori che mai avrei creduto mi sarebbero piaciuti. (Sabrina)
Credo di essere anche cambiata come persona. Partecipare a questi incontri mi ha aiutata a vincere un pò la mia cronica timidezza e a prendere la parola una volta in più. (Paola)
8)Oltre ai libri, cosa lega questo gruppo di lettura?
In coro: cibo e amicizia!
Daniela: «Dateci da mangiare e nessuno si farà male! Ma anche il fatto che siamo un po’ tutte pazze, no? Ma pazze nel senso buono, eh! Non ci prendiamo troppo sul serio e i nostri incontri sono all’insegna delle risate e del divertimento»
Lydia: «Come è stato detto varie volte, oltre che Leggendo a Bari noi siamo anche Mangiando a Bari»
Barbara: «La voglia di ridere, non siamo musone, ci prendiamo in giro a vicenda e abbiamo tanta voglia di tenere saldo il gruppo, anche quando magari succedono cose che fanno girare le scatole a tutte e si vorrebbe mandare tutto per aria. I libri ci tengono uniti»
9)Come sarà Leggendo a Bari se sarà ancora attivo tra 5 anni… E tra 10? E tra 30? E 50?
Nicole: «Spero sia un gruppo più vasto, fatto ugualmente di persone stupende come ora e confronti sempre stimolanti. E spero di farne parte ancora, pazza come adesso».
Ilaria: «Un punto di riferimento per la lettura a Bari, e un modo per incontrare gente bellissima».
Giulia: «Tra cinque anni oltre all’essere un po’ più grandi e forse più impegnate, non ci vedo così diverse. Tra dieci forse più numerose, con qualche piccola lettrice al seguito. Tra trenta non lo so, forse a quel punto dovremmo far attenzione al diabete e anziché ai dolci ci daremo all’alcool! Tra cinquanta già ci vedo, magari in casa di riposo e non più al bar, mezze sorde, a discutere del nuovo autore emergente dicendo frasi come: “Non pubblicano più i libri di una volta!”»
Fabiana: «Se penso a Leggendo a Bari tra dieci anni, immagino molte di noi che si saranno sistemate con una famiglia e che avranno figli che porteranno agli incontri. Immagino le possibili discussioni che potremmo fare sui rispettivi mariti, ma senza dimenticarci dei libri»
Marika: «Astrid [la figlia di Barbara, ndr] sarà sicuramente uno dei futuri membri»
Sabrina: «Sarà lo stesso “luogo” stupendo che è adesso!»
Paola: «Mi auguro che non perda la sua caratteristica di essere fatto da persone che si vogliono bene e che hanno il piacere di vedersi una volta al mese per chiacchierare e mangiare un dolcetto in compagnia di un buon libro. Non voglio che perda il suo carattere di informalità che lo differenzia secondo me da tutti gli altri gruppi di lettura presenti sul territorio.»
9) Se poteste invitare uno scrittore/scrittrice a partecipare a un incontro, sarebbe…?
N.B: Si dice il peccato ma non il peccatore: Paolo Cognetti, ZeroCalcare, Giacomo Bevilacqua, Daniel Cuello, Nicholas Sparks, Alessandro Baricco, Mario Desiati, McEwan (ma poi ci potrebbe essere uno scontro con Paola), Jane Austen, Calvino, Pavese, Pirandello, Diana Gabaldon, Stephen King, George R. R. Martin, zia Row… ma forse è più fattibile Alessia Coppola che sta simpatica a tutte ed è geograficamente oltre che anagraficamente più vicina?