Da qualche giorno è in libreria Cambio di rotta, il nuovo romanzo di Elizabeth Jane Howard pubblicato in Italia da Fazi Editore. Ma non è questo libro il protagonista delle recensione di oggi, bensì All’ombra di Julius, sempre della Howard. Per chi già conosce quella che a pieno titolo può essere considerata la Jane Austen del XX secolo, e che – lo ricordiamo – ha conquistato milioni di lettori con la sua saga dei Cazalet, ogni nuovo romanzo dell’autrice che l’editore rende disponibile sul mercato italiano è un appuntamento immancabile. Per chi, invece, non la conosce ancora e non ha mai letto niente di suo, ogni nuovo romanzo è un’opportunità imperdibile per scoprirla, amarla e non abbandonarla mai.
Riorniamo però adesso al libro di cui voglio parlarvi oggi: All’ombra di Julius, uscito la scorsa primavera e che personalmente ho acquistato all’ultimo Salone del Libro. Sono trascorsi vent’anni dalla morte di Julius durante i tragici giorni di Dunkirk, eppure l’ombra lunga del suo ultimo, eroico, gesto si allunga ancora sulle vite delle tre donne che ha lasciato: Esme, la moglie, Cressy ed Emma, le sue due figlie.
Esme, alla soglia dei sessant’anni, non si rassegna al tempo che passa e che scolpisce con inesorabile precisione la solitudine che l’aspetta.
Cressy, un matrimonio alle spalle, è sempre tormentata da qualche amore impossibile mentre la sua carriera di pianista scivola via senza che riesca a (o realmente voglia?) trattenerla.
Emma, completamente dedita al lavoro nella casa editrice di famiglia, teme i sentimenti e li rifugge con ostinazione.
Ma in fondo, quando il lettore fa, per la prima volta, la loro conoscenza, ognuna di loro sembra aver trovato un suo equilibrio, precario, delicato, indefinito. Non una resa ma un tregua prima di addentrarsi nell’insondabile terreno di una nuova ricerca, ricerca di qualcosa d’altro, ricerca di essere qualcun altro. La quiete prima della tempesta. La tempesta che, puntuale, si scatenerà nel week end che le vedrà di nuovo tutte insieme nella casa rosa pesca (uno studio in piccolo della vecchia, cara Home Place), perché accantonare desideri, insoddisfazioni e turbamenti non significa risolvere il problema e tantomeno superarlo. Soprattutto se, all’usuale riunione di famiglia, si uniscono anche due ospiti inattesi, il dottor Felix King, antico amante di Esme, e Dan Brick, giovane poeta squattrinato e anche un po’ squinternato che di punto in bianco si presenta alla porta dell’ufficio di Emma in casa editrice chiedendo di essere pagato per le poesie pubblicate con loro. E altrettanto di punto in bianco arriva l’invito di Emma di accompagnarla nel Sussex per il fine settimana.
Sullo sfondo delle bucoliche e allo stesso tempo frizzanti atmosfere del sud dell’Inghilterra, quelli che si prospettano sono giorni al limite del surreale per le situazioni che presentano tanto quanto intensamente reali sono le emozioni e i sentimenti che scatenano. Gli equilibri si frantumano, la ricerca ricomincia e gli esiti, tra tè pomeridiani e gite in macchina, possono riservare inaspettate scoperte.
La grande qualità della Howard risiede nell’incastro perfetto tra forma e contenuto: il suo stile brillante sposa sempre alla perfezione le trame mai banali e non manca mai di avvolgere il lettore, che più che spettatore esterno si sente parte integrante delle dinamiche che intercorrono tra i personaggi, un ospite sempre gradito con cui condividere pene d’amore, riflessioni, scelte, svolte improvvise e persino delusioni.
Il raro talento di questa autrice – che non a caso è stata accostata alla Austen, anche all’inizio di questo articolo – consiste in una profonda e acuta analisi della società come cartina di tornasole delle psicologie individuali, con un occhio particolare a quelle delle sue protagoniste femminili, donne che vivono sospese tra l’impulso all’autodeterminazione del proprio destino e il desiderio di un amore tutto loro, tra emancipazione e sentimenti che scalpitano per essere espressi e vissuti, anche carnalmente.
All’ombra di Julius è un romanzo ricco di sensualità, ma anche di ironia, a tratti commedia, a tratti tragedia (anche nella struttura, quasi aristotelica, con tanto di unità di luogo, tempo e azione; del resto tutto si consuma nell’arco di un week end nella villa di famiglia dei Grace con un coro di personaggi secondari a chiosare le vicende), a tratti melodramma, il tutto sintetizzato dalla scrittura intelligente e raffinata di Elizabeth Jane Howard.
Già di per sé questa lettura è una piccola gemma di perfetta caratura. In relazione a chi ha già letto la Saga dei Cazalet assume la forma di studio preparatorio: la guerra, gli amori, i conflitti famigliari, i segreti, la difficoltà di essere donna in un mondo che cambia. Non un’appendice ai già cinque volumi della serie, ma un rapido ripasso di certe atmosfere, tensioni, inusitate passioni. Un corso propedeutico per chi, invece, dei Cazalet non ha ancora letto un volume, per iniziare a familiarizzare, se non altro, con i suoni, gli odori, le suggestioni di una romanzo che è vita, che è – per stessa ammissione della Howard «il romano della sua vita».
Dopo, naturalmente, non potrete più staccare gli occhi dalle meravigliose storie della famiglia Cazalet. E ringrazierete l’editore Fazi per questo periodo di grazia (fino al 5 ottobre) con l’applicazione su tutto il catalogo del 25% di sconto grazie al quale sarete lettori più poveri ma felici.