Gassman nell’armadio di Andrea Rezzonico

Gassman nell’armadio di Andrea Rezzonico (Clown Bianco Edizioni) è un romanzo breve, brioso, ironico e intelligente, un romanzo sicuramente perfetto da leggere in questi ultimi giorni d’estate, ma anche in altre stagioni – se proprio vogliamo dirla bene – perché la vera sintonia si stabilisce con il lettore e non con il meteo. Perciò, che sia in spiaggia o davanti al caminetto acceso, un buon libro è sempre un buon libro. E questo, nella sua semplicità, lo è.

Achille Rodari è un giovane universitario di provincia trasferitosi a Roma per studiare Economia: è celibe e vergine, caratteristica, quest’ultima, che già la dice lunga sul tipo. Anche sul tipo di donna per cui può perdere la testa: «bionda, occhi che ricordano un ghiacciaio, nasino delicato, labbra tumide». La classica Dama con l’ermellino, insomma, quella che non se lo fila nemmeno per caso e davanti alla quale, anche nelle situazioni più facili in cui trovare un modo per attaccare bottone, il nostro Achille non riesce comunque a spiccicare parola, facendo, inevitabilmente, la figura del pesce muto nella boccia.

Sono questi i casi in cui, decisamente, si ha bisogno di un amico; uno di quegli amici che per te si fa in tre, ovvero: Bruno Cortona, Brancaleone da Norcia e Peppe Marchetti. Che, per chi non lo sapesse o lo avesse temporaneamente dimenticato, sono altrettanti personaggi interpretati sul grande schermo da Vittorio Gassman – che invece di presentazioni non ha bisogno. Si tratta dei protagonisti dei film: Il sorpasso, L’armata Brancaleone e I Soliti Ignoti.

Tutto succede, fuor di metafora, in una notte buia e tempestosa, quando dopo un temporale che ha mandato in tilt il sistema elettrico dell’intero quartiere in cui abita, Achille – che, insonne, stava guardando proprio Il sorpasso con Gassman – fa per aprire l’armadio ed ecco uscirne Bruno Cortona in carne e ossa, al quale nei giorni a venire si alterneranno Brancaleone e Peppe, ognuno perfettamente calato nel ruolo di spalla per aiutare Achille a conquistare la sua Dama con l’ermellino, ognuno presente (o assente) al momento giusto, ognuno pronto a dare una mano (o una macchina, un cavallo o un pugno) a modo suo: Bruno con la sua spregiudicatezza, Brancaleone con il suo coraggio, Peppe con i suoi piani s-scentifici anche se un po’ sgangherati.

I'm so happy you're my dad! (2)

La cornice è certo surreale, il messaggio che presenta invece no. Achille è l’espressione incarnata di un certo tipo di gioventù: spaesata, precaria, ai margini di quella vita dalle sorti magnifiche e progressive che secondo certi stereotipi mediatici dovrebbe caratterizzare una determinata fase della nostra esistenza. Del resto: «i vent’anni sono l’età più bella, per chi non li ha». Ma oggi questo stereotipo dell’età d’oro da vivere intensamente perché non tornerà (ma, di grazia, quale momento della nostra storia tornerà?) è cresciuto fino a farsi quasi una vera e propria legge sociale, la trasgressione della quale si paga con un angosciante senso di fallimento, oltre che di solitudine. In cui, ça va sens dire, Achille eccelle.

È normale, dunque, cercare dei punti fermi, dei modelli di ispirazione a cui aggrapparsi per non farsi inghiottire. Possono cambiare i tempi e cambiare i role model a cui ci affidiamo. C’è che si ispira a Fedez e alla Ferragni e chi, come Achille, sceglie «un fantasma multipolare che ha le fattezze di Vittorio Gassman», appunto, uno che per talento, intelligenza, cultura, ironia, spirito poliedrico, rappresenta la quintessenza delle qualità atte a realizzare i nostri sogni/desideri, affermarci e dare un senso alla nostra vita. O quanto meno del provarci: persino fallire è meno colpevole del rimpianto.

«Il punto è che volte bisogna prendere in mano la propria vita e darle una sterzata»

 Ed ecco che grazie a questi nuovi amici (e anche grazie a Giulio, il caro vecchio amico di una vita, ché un amico che non sia fatto solo di etere e cellulosa ci vuole, sempre e comunque) Achille è pronto a fare la sua mossa con la Dama per scoprire che…

Ovvio che non vi diremo come andranno le cose, ma possiamo dirvi senza tema di smentita, che le peripezie, le situazioni gustose, quelle bizzarre, strampalate non mancano così come non manca, a questo romanzo un po’ fuori dagli schemi, il coraggio di raccontare una favola bella, con piglio leggero, stile genuino e un pizzico di sano divertimento, creando un anti eroe che, di fatto, è molto più verosimile di tanti cosiddetti eroi di oggi e con cui scatta un’immediata empatia. Senza contare che questi sono tutti – a ben vedere – gli ingredienti fondamentali della commedia all’italiana, quella vera, quella bella, quella di cui Gassman, appunto, era un’icona.

Perché tra le altre cose, Gassman nell’armadio, è anche un grande omaggio che Andrea Rezzonico fa al cinema italiano e ai suoi protagonisti, uno sprone a vedere, o rivedere, quei film che hanno fatto la storia.

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