Dell’ultimo libro pubblicato da Alessia Coppola per Newton Compton editori, Il profumo del mosto e dei ricordi, vi avevo già parlato qui. E anche se ci eravamo già incontrate durante la presentazione tenuta alla Feltrinelli di Bari lo scorso 12 aprile, andare a salutarla anche durante il Salone del Libro a Torino è stato un piacere irrinunciabile.
Alessia Coppola è un’autrice di talento come poche della sua generazione, ma è anche una donna squisita: sempre gentile, sempre disponibile, impossibile non lasciarsene conquistare.
Al Salone, oltre a presentare Il profumo del mosto e dei ricordi, ha anche “regalato” una ghiotta anteprima del suo prossimo romanzo: Vision, un fantasy edito da La Corte Editore che sarà ufficialmente in libreria solo il prossimo ottobre. Tiratura limitatissima, dunque, una sorta di teaser per i suoi lettori più affezionati (del libro ne parleremo più diffusamente a ottobre), che ovviamente non mi sono fatta sfuggire, anche se la seguo da un anno soltanto e per questo devo – ancora una volta – ringraziare quelle strafighe delle mie colleghe di Leggendo a Bari (piano piano, recupererò tutta la sua bibliografia perché sarebbe un delitto non farlo. Promesso!).
E per incominciare ho colto l’occasione di porle qualche domanda durante il Salone. Leggete e giudicate da soli la grandezza di questa giovane autrice, una grandezza che è la somma di tanti fattori: talento, eleganza, umiltà, passione, sensibilità e molto altro ancora.
Non è stata la tua prima volta al Salone, ma quest’anno ti sei come sdoppiata: hai presentato Il profumo del mosto e dei ricordi edito da Newton Compton e in anteprima assoluta “Vision”, da ottobre disponibile per tutti ed edito da La Corte Editore. Quanta è stata grande l’emozione, quali sentimenti hai provato?
Ho provato un’emozione smisurata. Ogni volta, pubblicare un libro è come generare un figlio, stavolta l’attesa e la gioia sono state doppie. È sempre bello incontrare i lettori, vedere il loro affetto e il loro entusiasmo. Per me è fondamentale, perché questo mi infonde forza per nuove storie. Quest’anno il Salone mi ha regalato momenti bellissimi che non dimenticherò mai.
Parliamo brevissimamente di Vision. Non possiamo anticipare niente se non che è un fantasy, il genere che ti ha lanciata, diversamente da Il profumo del mosto e dei ricordi che, invece, possiamo definire come narrativa contemporanea, realista. Al netto del coraggio dimostrato nel lasciare la strada vecchia per la nuova (col rischio, magari, di scontentare i lettori più appassionati a un genere che a un altro), come riesci a far convivere queste due anime creative, queste due ispirazioni, queste due forme di immaginazione (ma anche stili, registri linguistici, strutture…) apparentemente agli antipodi?
Non mi piacciono le etichette, i limiti, le classificazioni. Quindi, perché scrivere un solo genere? Mi piace scrivere, al di là del genere e del target. Penso che la scrittura sia una delle forme d’arte più libera, se mi limitassi a un genere non mi sentirei del tutto libera.
Le due nature coesistono, l’una non esclude l’altra. Ho accettato il rischio scrivendo qualcosa di nuovo, ma ero consapevole che i lettori avrebbero colto quanto cuore ci sia in quel contemporaneo. E così ho giocato, mettendo tutta me stessa. Devo dire che la risposta dei lettori ha superato le mie aspettative.
Il profumo del mosto e dei ricordi è un romanzo per certi versi molto intimo, cosa si prova a esporre agli occhi del lettore una parte così profonda di se stessi?
Esporre me stessa in prima linea è qualcosa che faccio con ogni mia storia, in verità. Ogni personaggio ha qualcosa di me, soprattutto le eroine dei miei romanzi fantasy. Credo sia un atto d forza mettersi così a nudo, ma allo stesso tempo questo indica un bisogno di condivisione. Ho bisogno di dare me stessa ai miei personaggi, così da renderli credibili e portare con me il lettore.
Come sei riuscita a scrivere un romanzo così fresco e genuino come Il profumo del mosto e dei ricordi, ma che è capace anche di scatenare una vortice di emozioni forti nel lettori?
Affidandomi a un sogno. È stata la storia a scriversi da sé: personaggi, ambientazioni e dialoghi fluivano dalla testa alla tastiera come un fiume. In realtà era come se raccontassi ciò che avevo già vissuto nella mia mente. Mi sono lasciata cullare dalla stesura e ho camminato accanto a Lavinia, lungo i filari di un vigneto.
C’è una domanda che vorresti ti avessero fatto e che nessuno, invece, ti ha ancora posto?
In realtà no, nel corso degli anni ho tenuto tante presentazioni, durante le quali mi sono state fatte tantissime domande, da quelle tecniche a quelle personali.
Domenica 10 giugno Alessia sarà ospite al Bgeek a Bari, dove presenterà in anteprima Vision. Se seiete da queste parti non lasciatevi sfuggire l’occasione di incontrarla, conoscerla, innamorarvene.