Sgombriamo subito il campo da un equivoco: se non fossero stati i lettori di questo blog a chiedermi Stronze si nasce di Felicia Kingsley (Newton Compton Editore) come premio per il giveaway post Salone del libro a Torino, mai, mai e poi ancora mai lo avrei letto. E no, non prendetemi per stronza, non snobbo i romance perché mi ritengo superiore al genere: il fatto è che io i romance li traduco (ah! Scommetto che non l’avete mai nemmeno sbirciata la pagina col portfolio dei miei lavori editoriali…), e quando trascorri otto ore con donne alla ricerca del principe azzurro, intrighi, intrallazzi, complotti, fidanzamenti che vanno a gambe all’aria e matrimoni che piovono e saettano come fulmini a ciel sereno, la voglia di passare ad altro, quando stacchi – letteralmente – la spina del computer, prevale persino sul desiderio di accontentare una tua amica che ti chiede di dare una chance alla Kinsella. E piuttosto darei più retta a un’altra amica e alla sua ossessione per Baricco (che pure, al solo pensiero, mi provoca una sensazione come quella di un graffio potente sulla lastra della lavagna).
Detto questo, che non so perché mi sembrava doveroso… potevo esimermi dal leggere l’opera dell’autrice che 4.0Blog ha eletto come “regina” del romance italiano? È regale lo è davvero: Stronze si nasce è un top romance, un libro non con una ma con tutte e cinque le marce in più. E beh – scusate la modestia – ma so perfettamente di cosa parlo.
Iniziamo dalla trama, romantica ma autentica: tutti – davvero tutti ‒ conosciamo una stronza, «quella che riesce a ottenere tutto ciò che vuole senza fatica». Quella di Allegra Hill si chiama Sparkle Jones, la conosce sin dai tempi del liceo, dove manco a dirlo, si prendeva tutto ciò che voleva, anche quando non ne aveva veramente bisogno, sottraendolo alla ben più capace e decisamente meno stronza Allegra, dal ragazzo del cuore alla presidenza del consiglio studentesco.
Ma il liceo è un periodo difficile, lo sanno tutti; gli adolescenti hanno spesso le idee confuse e smanie infantili che cercano di camuffare in manie di grandezza.
«E allora, tutto questo sarà il passato. E sai perché si chiama passato? Perché non torna più»
Si cresce e si cambia, si va all’università, ci trova un lavoro, si diventa adulti insomma. E da adulta Allegra è una donna di carattere, sicura di quello che vuole (scrivere per Architectural Digest) e soddisfatta di quello che ha: una migliore amica, Dot, su cui può sempre contare, un gatto di nome Mr Darcy «anziano, cieco da un occhio e cardiopatico», e un lavoro che l’attende alla Royals & Lloyds, prestigiosa agenzia immobiliare specializzata in palazzi, case e appartamenti di lusso.
Già, solo che alla Royal & Lloyds l’attende anche Sparkle Jones con la sua stronzaggine intatta se non decuplicata.
Mettiamo però subito in chiaro una cosa: Sparkle Jones è stronza sì, ma è anche bella e ricca, attributi – si potrebbe pensare – indispensabili per la prima (e assoluta) delle sue qualità. Ma Allegra Hill non è da meno: anche lei è bella e (forse persino più) ricca, e poi è intelligente e sensibile. Solo non è stronza. E già con questo Felicia Kingsley guadagna dieci punti almeno rispetto alla media dei romance, dove le protagoniste femminili sono quasi sempre scialbe Cenerentole in attesa di una fata madrina che le trasformi.
La vera differenza tra Sparkle e Allegra consiste proprio nell’essere stronza. Sparkle lo è nata. Allegra no. Anche se essere stronze è infinitamente più semplice che essere empatici e nobili come Allegra. Ma chi ha detto che non si può diventarlo? Specie se come maestra ci si ritrova Sparkle in persona, decisa a diventarle amica, un virus, più che una fortuna. Perché la stronzaggine, anzi la Sparkliness (e qui assegniamo altri dieci punti alla Kingsley che ha scelto con incredibile intelligenza e perizia un artificio da cultori della letteratura: nomi parlanti, con un significato ben preciso, capaci non solo di suggerire ma proprio di descrivere la caratteristica principale del personaggio o comunque il suo destino – Sparkliness in italiano si traduce con luminosità, quell’aura scintillante di cui la nostra stronza si circonda e che emana, e alla quale non si sfugge. E questo è solo un esempio: fate caso a tutti – o quasi – i nomi scelti) è contagiosa, una sbronza che al momento ti fa salire l’adrenalina, ti inietta dosi massicce di euforia, ti confonde le idee:
«Ho passato una vita a fare la guerra a Sparkle (…), invece oggi sono con lei a scegliere biancheria intima dopo che mi ha organizzato una festa a sorpresa. (…) Mi sento come quando agli scout assegnano una stellina per un’impresa compiuta. Oggi ho guadagnato tre stelline»
Attenta Allegra, attenta: le sbronze sono belle finché durano: quando finiscono ti fanno stare con lo stomaco in subbuglio e la testa incollata al water.
Ma a questo punto vi starete chiedendo: e il principe azzurro? Tutti i romance ne hanno uno. Anche Stronze si nasce. Ma qui scattano ben cinquanta punti per l’autrice, che riesce a condurci fino a due terzi della storia senza farci capire chi sarà alla fine il prescelto, il vero amore di Allegra, quando in media al secondo capitolo già si è capito tutto. E, già che stiamo parlando di punti, aggiungiamone altri venti per l’intreccio, ricco di colpi di scena non scontati, che tiene perfettamente i fili dell’ordito senza smagliarsi mai, senza perdere niente per strada: niente è lasciato al caso, niente è strumentale ma tutto è funzionale alla narrazione: azione, avvenimenti, personaggi. Personaggi che hanno carattere, spessore, verosimiglianza, nei quali è facile rispecchiarsi (o rispecchiare qualcun altro), per i quali si parteggia, che si amano, si odiano, senza dimenticare le vie di mezzo, perché Felicia Kingsley non si sottrae alla realtà per cui la vita è fatta di sfumature (e non solo di grigio, rosso e nero). E sono altri dieci punti!
La narrazione è scorrevole, ma soprattutto curata, un lessico preciso, un registro e uno stile ironici ma non per questo meno icastici, una sintassi solida, plastica che mostrano tutta l’abilità e la preparazione di questa giovane scrittrice. Ancora venti punti!
Con i quali arriviamo a cento. Cento per cento di un romance perfetto, una lettura bella, avvincente, un favoloso turning page, per il quale – e questo sì che è formidabile! – è la blogger a dover ringraziare i suoi lettori per il consiglio.
Perché siete stati voi a scegliere Felicia Kingsley e il suo Stronze si nasce come Queen of Romance.