Non sorprende che Sara al tramonto di Maurizio De Giovanni (Rizzoli Editore) sia in vetta alle classifiche dei libri italiani più venduti delle ultime settimane. È un thriller con una fabula fondamentalmente lineare in cui la suspense è tutta concentrata nella costruzione psicologica dei personaggi e nello stile raffinato e sottile.
In primo luogo chi è Sara?
«A guardarla di sfuggita pareva invisibile, una signora qualunque di mezza età come se ne incontrano tante; ma ad averla accanto sembrava che ti radiografasse senza sosta con quegli occhi privi di espressione. Aveva lineamenti delicati, una pelle che tradiva l’inaspettato permanere della giovinezza e la voce bassa, sicura, di chi non ha mai esitazioni»
Sara è «una donna che ha perso tutto» un ex agente di polizia, distaccata a un’unità legata ai Servizi, impegnata in intercettazioni non autorizzate, capace di scannerizzare – letteralmente – una persona solo leggendole in volto, oltrepassando la barriera della carna e giungere nella mente, cogliere il labiale e lo sguardo senza che nessuno riesca ad accorgersene. Ha alle spalle un divorzio e un figlio (Giorgio) abbandonato in nome di un amore supremo, quello per il suo collega Massimiliano.
Ma Massimiliano è morto (di un male incurabile). E Giorgio anche (per un incidente). A Sara non resta che aspettare ogni giorno, al tramonto, Viola – la compagna incinta del figlio perduto – seduta su una panchina, in un parco.
Questi due lutti, quasi contemporanei, le hanno aperto una voragine dentro, un vuoto che l’ha risucchiata fino ad annullarla, rendendola più invisibile di quanto già non avesse imparato a essere per le esigenze del lavoro. Invisibile non solo agli altri ma anche a se stessa.
Finché la Bionda (laddove Sara è soprannominata la Mora, contrazione del cognome Morozzi oltre che caratteristica fisiognomica distintiva) – al secolo Teresa Pandolfi – una collega ancora in servizio, non le chiede di affiancare nell’ombra perenne che la circonda, l’abbattuto e stanco poliziotto Davide Pardi alle prese con un caso di omicidio apparentemente semplice ma che come tutte le apparenze è ingannevole e insidioso, e per risolvere il quale le incredibili abilità di Sara e l’inatteso aiuto di Viola saranno decisivi.
Come già detto, uno dei punti forti di questo romanzo sono la formidabile capacità di Maurizio de Giovanni di costruire un personaggio di rara originalità ed empatia, sfumato e intenso allo stesso tempo, deciso e provvisorio: una sintesi di opposti che lungi dal creare paradossi o incongruenze, dà vita a una personalità visceralmente autentico, attorno alla quale si muovono personaggi altrettanto umani, sempre in bilico tra oscurità e fermezza. Come il tramonto, un momento di passaggio dalla luce alle tenebre che racchiude in sé tutti i colori del giorno che muore e della notte che sta per nascere.
Sotto il profilo stilistico, a un registro sempre preciso e mai affettato, fa da sfondo un piglio narrativo rarefatto, che scivola con eleganza nella storia fino a trascinare gradualmente, ma con passione e coinvolgimento sempre crescenti, il lettore nella trama, dandogli gli strumenti per scavare nella psicologia dei personaggi, ricostruendo i pezzi sparsi e ricomporre il puzzle che porta alla soluzione finale.
Indubbiamente Sara al tramonto di Maurizio De Giovanni non è un romanzo che si dimentica facilmente, e nemmeno un bel thriller che si ripone sullo scaffale a fine lettura per passare al libro successivo.
Sara al tramonto inaugura un nuovo capitolo del genere, quello in cui la sensibilità conta più dell’intuizione, la volontà più della coscienza, lo spirito più della materia.