LA TAGLIATRICE DI VERMI e altri racconti Di GAETANO BARRECA

Quel qualcosa di antico. Quel qualcosa di nuovo. Quel qualcosa di magico. La tagliatrice di vermi e altri racconti di Gaetano Barreca (Wip Edizioni) contiene tutti questi qualcosa e… qualcosa in più. Un sentimento affabulatorio tutto particolare, capace di intrecciare con maestria ritratti del quotidiano e dell’universale fermati in queste pagine, poetiche e icastiche nella stessa misura.

Avete presente una foto che (click) ferma il momento e (click) poi ancora un altro (click) e alla fine (click, click, click), riguardandole ‒ e magari sono sette, proprio come questi brevi racconti ‒ scaturiscono le storie: la masciàre, la fata/strega della casa, le tagliatrici di vermi, il sonno di San Giovanni, le dicerie, grane del tessuto antropologico di un popolo vero, quello barese, schietto e senza filtri.

Rimembranze. Almeno per me è questo il loro valore. Rimembranze. Un appuntamento con la memoria che non potevo mancare.

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Le tagliatrici di vermi erano donne del borgo con il talento tutto particolare di eliminare le tenie o gli elminti, piccole formazioni organiche che, all’interno del corpo umano, sono causa di disturbi gastrointestinali, anche seri.

La fata della casa (o masciàre) è un’entità soprannaturale, un’anima restia a separarsi dal mondo empirico che ha abitato e vissuto dai luoghi da cui la morte l’ha separata. Può prendere sotto la sua protezione i nuovi inquilini o fare di tutto per scacciarli via, trasformandosi in una sorta di folletto dispettoso e inquieto.

La festa di San Giovanni è forse una delle feste più conosciute e celebrate in tutto il mondo cristiano, secondo cui il santo addormentatosi alla vigilia del suo onomastico, dormì per tre giorni e tre notti, mancando i festeggiamenti. È usanza perciò in quell’occasione fare quanto più baccano possibile per risvegliare il santo addormentato: danze, canti, fuochi d’artificio…

A Bari poi, nel borgo antico, si approfitta delle miti temperature del solstizio d’estate per preparare tavolate con parenti, vicini di casa, vicini di strada, amici, compari e comare, offrendo loro i minuicchi con le cotiche (cavatelli con la cotenna del maiale al sugo, conditi con la ricotta marzotica) e fichi fioroni. In passato, le ragazze in età da marito si riunivano per fondere un pezzetto di piombo che, ancora caldo, veniva versato in un bacile di acqua fredda prendendo una forma che avrebbe segnato per sempre il corso della loro vita: quello del futuro marito. A mia nonna venne fuori il profilo di una scrivania. E infatti mio nonno era impiegato statale. Allo stesso modo, la mia bisnonna era una tagliatrice di vermi e… oh, una masciàre permalosa se la prese assai quando il mio bisnonno bestemmiò la casa in cui sarebbe dovuto andare ad abitare e lo minacciò di andarsene sponte sua perché altrimenti da lì sarebbe uscito solo jind a nu tavuto (nella tomba). E tutti abitavano in Strada S. Marco. Coincidenze? Piuttosto dimostrazione che l’inventio narrativa si abbevera alla fonte della realtà. Leggende aediche che trovano casa nella forma scritta. Come le favole.

Perché sì, queste di Gaetano Barreca sono favole, il frutto di potenti archetipi socio antropologici, una definizione non meno colta e distintiva dell’identità culturale di un popolo, una materia nobile e meritevole di un altrettanto nobile trattamento. Che l’autore non fa mancare, curando la puntualità degli intrecci particolari e la corrispondenza con il disegno generale per riscoprire un pezzo d’Italia «intriso di superstizione e religione, di tradizioni e sentimenti».

Curando la lingua, curando la forma, curando la ricerca delle fonti – anche storiche – che nel racconto “L’arco della neve”, attraverso le peripezie dei protagonisti, realmente esisti – il Generale Bellomo e il giovane Michele Romito – documenta, senza fraintendimenti, che la rivolta popolare contro il tentativo di radere al suolo il porto di Bari, all’indomani dell’armistizio (9 settembre 1943) «fu l’inizio della Storia della Resistenza Italiana», un merito che spesso la città ignora o finge di ignorare.  

Un piccolo gioiello questo La tagliatrice di vermi e altri racconti di Gaetano Barreca, che non può mancare nelle librerie dei baresi (e non, certo, ma quanto più grave sarebbe la mancanza per i baresi!). Una rimembranza, un lascito culturale da trasmettere di generazione in generazione.

 

Autore: Gaetano Barreca

Titolo: La tagliatrice di vermi e altri racconti

Editore: Wip
Pagine: 161

Costo: 12 €

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