Bellezza come la splendida edizione della Bao Publishing, cartonato con vernice a rilievo su carta naturale, dorso istoriato e tavole tricrome bianco-nero-oro. Ammetto che è stata la prima cosa di cui mi sono infatuata quando l’ho vista sullo scaffale della libreria, prima ancora di sapere qualcosa sulla trama, persino sugli autori, Kerascoët e Hubert.
Sono caduta, insomma, sotto lo stesso influsso della malia della fata Mab che fa sì che per tutti Baccalà, uno scarto insignificante, uno scherzo di Madre Natura, strapazzata, insultata, umiliata maleodorante pescivendola diventi, agli occhi di chi la guarda, (la) Bellezza, una bellezza simile, se non superiore, a quella di colei che «varò mille navi e bruciò le torri immense di Ilio». Questa definizione di Elena di Troia contenuta nel Dottor Faust di Marlowe si affaccia spontaneamente alla mente durante la lettura: come Elena fu la causa di una guerra (che – non dimentichiamolo – fu all’origine della letteratura occidentale), anche Baccalà/Bellezza sarà l’origine di una sanguinosa catena di guerre, violenze, contese.
Prima creatura orripilante e poi regina, prima rifiuto della società e poi paladina, l’incontro con la fata Mab le dona, in cambio di una lacrima di compassione, la percezione della Bellezza. Giacché:
«Mab non può cambiare la realtà. Brutta sei nata e brutta resterai (…). Tuttavia, se Mab non può cambiare la natura, può trasformare la percezione. La bellezza vuoi e la Bellezza avrai. Agli occhi delle altre persone sdarai l’ideale della Bellezza fatta donna. Con questo incantesimo metterai in ombra la più bella mortale mai nata»
Baccalà diventa “la Bellezza negli occhi di chi guarda” ma tanto basta per tramutare la sua esistenza grama in una favola bella. Ma le favole, si sa, sono inconsistenti, evanescenti, nascondono trappole e insidie. E nessuna trappola è peggiore della Bellezza, capace di scatenare gli istinti più bassi, beceri e depravati della natura umana. Invidiata dalle altre donne, pomo della discordia tra i re della terra che mirano, tutti – nessuno escluso –, a farne la loro regina e a dichiarare una guerra dopo l’altra pur di accaparrarsi un tale bottino. Perché tale diventa per tutti Baccalà/Bellezza: un oggetto. Del desiderio. Dell’odio. Della gelosia. È anche uno strumento, una pedina, perché si sa che la Bellezza è vuota, è l’aporia dell’intelligenza.
Ma Bellezza è ingenua, non stupida. E anche se attraverso prove amare, impara ad affrontare i propri limiti, esce dalla sua primigenia innocenza per emanciparsi e diventare un’eroina grintosa.
In una cornice che sintetizza magistralmente l’epica (classica e cavalleresca) e la favola, Kerascoët e Hubert costruiscono una storia di sbalorditiva intensità, spessore, lirismo, con un perfetto colpo di scena finale che strappa al lettore una standing ovation.
Autore: Kerascoët e Hubert
Editore: Bao Publishing,
Pagine:144 pagine
Costo: 21 €