Victoria di Daisy Goodwin (SONZOGNO EDITORE) è il primo romanzo letto in questo appena nato 2018 e anche il primo che inserisco nella IRead Book Challenge per la categoria: UN LIBRO CON UN LIETO FINE. Il che: ATTENZIONE! NON È UNO SPOILER.
Considerando che l’autrice è la stessa sceneggiatrice dell’omonima serie tv attualmente in onda sia su CANALE 5 (il giovedì in prima serata, la prima serie) e su LAEFFE (il venerdì, sempre in prima serata, la seconda stagione), di fatto non si capisce se è nato prima l’uovo o la gallina. Daisy Goodwin afferma nelle note finali di aver scritto il libro contemporaneamente alla sceneggiatura. Il che si sente sì, ma solo fino a un certo punto, perché l’abilità della narrazione consiste, in questo caso, proprio nel saper mantenere un registro prettamente narrativo che concede poco o nulla alla scrittura di un prodotto mediale diverso.
Si tratta, in altre parole, della dimostrazione perfetta che mezzi di comunicazione differenti, pur parlando dello stesso soggetto, possono esprimersi attraverso lessici distinti e tuttavia riuscire a dialogare.
La trama è quella, storica anche se romanzata, dell’ascesa della giovane (appena diciottenne) regina Vittoria al trono più famoso del mondo, quello inglese e del suo passaggio da adolescente a donna e da donna a monarca.
La cornice descrive gli intrighi di corte contro una erede al trono ritenuta letteralmente non all’altezza (Vittoria era alta 1.49 cm), le manovre per contrastarla da parte dello zio Cumberland, quelle per plagiarla da parte della madre e di Lord Conroy; il supporto, prezioso e presto sfociato in infatuazione per il primo ministro Lord Melbourne. E, infine, gli intrighi dell’altro zio, Leopoldo del Belgio, per farle sposare il cugino Alberto.
Ed è storia che la regina Vittoria abbia sposato il cugino Alberto. Un matrimonio di «sconvenienza» visto che i due cugini si erano davvero innamorati, a dispetto delle loro indoli diverse.
Sullo sfondo, molto attenuato e sfocato, i grovigli e gli interessi distorti del parlamentarismo (che per quanto istituzione democratica non fa né ha mai fatto troppo onore a se stessa); i disordini sociali e i cambiamenti socio-antropologici di un paese che stava entrando in una nuova era, rivoluzionaria per molti versi e per altrettanti versi complessa. Ma è davvero un accenno, e di questo il lettore consapevole dovrebbe avere coscienza: non è un romanzo di Dickens. È un romanzo piacevole, scorrevole, con personaggi ben delineati. Ma è pur sempre un romanzo di intrattenimento storico e non storicista, dove quel che conta di più è, non a caso, giungere (magari un po’ troppo in fretta nonostante le oltre 400 pagine del libro, molte delle quali disperse tra balli in maschera e prove d’abito) al classico happy ending da fiaba.
Titolo: Victoria
Autore: Daisy Goodwin
Editore: Sonzogno
Pagine: 432
Costo: 19,50
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